La mente degli animali secondo David Michie
Che cos’hanno in comune la mente degli animali e la nostra? Parte da questa domanda David Michie per esplorare il tema della vita spirituale delle altre specie.
Chiunque viva con gli animali conosce la profondità del legame che ci lega quando condividiamo spazi e tempo, instauriamo rituali condivisi, dal risveglio al sonno.
Nei Paesi industrializzati più del 30% dei nuclei famigliari sono costituiti da una sola persona. Ma si tratta davvero di individui solitari?
Animali come membri famigliari
Non proprio, o almeno non sempre: nella maggior parte dei casi chi vive da solo o in coppia, ma anche con figli, si circonda di animali di ogni specie: dal cane al gatto, dai pesci ai pappagalli.
Si instaurano relazioni e legami, ci si impegna per offrire loro il meglio in termini di benessere anche psicologico.
David Michie, autore molto noto sia per i suoi romanzi, tra cui Il gatto del Dali Lama (pubblicato come questo volume da Amrita) che per i saggi sulla meditazione, analizza la vita spirituale degli animali partendo proprio dalla prospettiva del Buddhismo tibetano.
Gli animali sono doni, perché guardando loro stiamo in realtà guardando noi stessi, occupandoci di loro finiamo per occuparci di noi.
Cosa possiamo fare per loro, si chiede David Michie?
Nel corso di una vita insieme potremmo avere momenti molto difficili da affrontare, soprattutto perché il percorso di vita degli animali con cui siamo soliti convivere è in genere più breve rispetto al nostro.
La meditazione può venirci in aiuto, insieme ad un approccio olistico alla mente e al corpo.
Una lettura di grande valore spirituale, consigliata a chiunque abbia voglia o desiderio di approfondire gli aspetti più profondi del legame tra la nostra e le altre specie, ma anche a chi voglia esplorare importanti aspetti della filosofia buddhista.
Un libro da leggere, rileggere e regalare.
Il Buddha degli animali
– La vita spirituale dei nostri amici animali e come accompagnarla –
David Michie
Traduzione di Alice Crocella
Amrita
Articolo di Cinzia Ciarmatori