Da conoscere i Sirente 😉
Quanto della traduzione cantautorale entra nel vostro fare musica?
Jonathan: Ciao, grazie per lo spazio. Be’, sicuramente molto, come quasi tutti gli artisti italiani. Noi cerchiamo di ispirarci a quel mondo senza risultare banali, come spesso succede.
Quanto portate nella vostra musica del vostro nome?
Valerio: In modo diretto direi nulla, di certo il legame che abbiamo con la nostra terra è una motivazione in più nell’intraprendere questo percorso.
Cosa ha rappresentato il terremoto per voi?
Matteo: Certamente una pagina buia della nostra vita, che comunque ci ha aiutato a formare le persone che siamo oggi. Adesso però quel capitolo è chiuso, fa parte del nostro passato e guardiamo solo in avanti.
Cosa vorreste per la vostra musica?
Riccardo: Semplicemente che arrivi a più persone possibili.
Cosa vuol dire fare musica oggi?
Jonathan: Vuol dire fare un salto nel vuoto, e spesso e volentieri andare incontro a dogmi sociali, a volte stupidi e superficiali, di cui spesso si è prigionieri.
Cosa vi aspetta?
Riccardo: Nessuno lo sa, è questo il bello. Sicuramente tanta musica.