Lorena Maria Teresa MilanoL’autrice vive in una frazione di Trapani, alle pendici del monte Erice che si protende su due mari, ha la fortuna di risiedere in un posto che offre spesso scenari mozzafiato. La formazione culturale si evolve, dopo quella scolastica, nell’Università degli Studi di Palermo, presso la facoltà di Lettere Moderne, per approdare infine in un ambito formativo prettamente sanitario. Svolge il suo lavoro in un reparto ospedaliero come coordinatrice infermieristica. La scrittura è la sua isola felice dove rifugiarsi al di fuori del lavoro. Ilpasso del tempo è il suo primo romanzo.
Che peso ha la memoria?
La memoria ha un peso notevole, imprescindibile per l’identità di una persona. E’ l’archivio personale di ognuno di noi; grazie alla memoria possiamo risalire alle nostre radici. Inoltre è un valore individuale e collettivo, prendiamo l’esempio della “giornata della memoria” ovvero la ricorrenza per commemorare le vittime dell’olocausto nella speranza che tale orrore non si ripeta più.
Quanto il nostro passato ci condiziona?
Il nostro passato è la storia personale da cui trarre insegnamento e monito. Il ricordo del passato, tramite la memoria, ci fa rivivere esperienze belle e anche spiacevoli, ci fa sentire vicine persone che non ci sono più. Bisogna fare tesoro delle esperienze del passato ma non restare imprigionati nei rimorsi o nei rimpianti.
Quanto siamo ciò che sono stati i nostri avi?
Sicuramente siamo il prodotto dei nostri avi, geneticamente in noi c’è l’impronta dei nostri genitori e nonni. Loro rappresentano le nostre radici e spesso conoscere la loro storia, le loro scelte, i loro errori, può darci delle risposte e dare un senso ad avvenimenti della nostra vita. Siamo in effetti la loro propaggine.
Da quali mosse parte la narrazione del tuo libro e in che direzione ti ha portata?
La narrazione del libro parte da un forte dolore, causato dalla perdita di mia madre. Mi illudevo di tenerlo ai margini distraendomi con le piccole azioni quotidiane, ma in effetti il dolore governava ogni mio comportamento. La consapevolezza che dovevo affrontare e gestirlo senza farmi travolgere mi ha condotta al lavoro di ricerca delle mie radici, su cui si basa il romanzo.
Cosa hai dato alla storia e cosa la storia ha dato a te?
Ho dato un anno della mia vita, del mio tempo libero, dei miei pensieri alla storia; ho fatto un lavoro di introspezione, di studio, di ricerca e ovviamente ne ho avuto un ritorno, nel senso che ho fatto delle scoperte, ho approfondito il dialogo con me stessa, riuscendo a liberarmi di un antico laccio emotivo che stringeva e faceva male.
Cosa/se è cambiato qualcosa dopo l’uscita del libro?
Dopo l’uscita del libro sicuramente qualcosa è cambiato, io ho acquisito più consapevolezza, ho avuto la soddisfazione di condividere le mie emozioni con gli altri, ho scoperto che attorno a me ci sono tante persone che credono in me e mi stimano.
Intervista di: Matilde Alfieri