Smako acustico – Il cartello (Dischi Soviet Studio)
Un’immagine: un party notturno. Un party funebre? Gli inconsapevoli e il sistema. “Il Cartello” è Dracula nel 2020, è il narcotraffico di Don Winslow, è il tossico di giorno che nessuno ascolta. Asia zone atomiche, il pericolo dei nuovi barbari. Una quotidianità che soffoca, generazione’80 schiava e regina del mondo osserva il paesaggio e il passaggio dei suoi quarant’anni. “Il Cartello” è nichilista, ma un nichilismo che agisce consapevole. Dalla decadenza del potere al potere della decadenza.
Quando avete iniziato a fare musica?
Da sempre; con la formazione attuale circa dieci anni fa
Con quali artisti siete cresciuti?
Negli anni ’80 molto metal: Black Sabbath, Iron Maiden e il blues J.Lee Hooker. Poi i Depeche Mode. La musica indipendente italiana ’90: i CSI, l’album XXX dei Negrita, adesso Giovanni Succi e l’ultimo di Andrea Lovato.
Come nasce la vostra musica? Quali sono le vostre fonti d’ispirazione?
Nasce dall’osservazione…sono processi casuali. Immaginazione e fantasticherie fonetiche. Riferimenti storici, fatti di cronaca, citazioni di film, geopolitica, l’approccio umoristico e nichilista all’esistenza.
Di cosa parla la vostra nuova avventura musicale?
Di attualità narcos e muri, prove di forza nei porti, risse vegane, di ricordi anni ’80. Dalla decadenza del potere al potere della decadenza.
Quali sono i generi in cui spaziate nella vostra produzione?
Alternative blues, rock n roll, prog, vocalmente siamo un coro gregoriano mancanto…
Cosa ne pensate dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
Possiamo promuovere quello che facciamo e un sacco di gente, dice cose a tutte le ore del giorno e della notte. Figata e stupido insieme.
Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete?
Il volume. In ciò che scriviamo: il sarcasmo e il socialismo…e anche il volume! E’ rock n roll non lo diciamo noi, ci adeguiamo.