I GREY DAZE SCELGONO IL 10 APRILE COME DATA PER LA PUBBLICAZIONE DELL’ALBUM A LUNGO ATTESO AMENDS (LOMA VISTA RECORDINGS)
ECCO IL NUOVO VIDEO E IL NUOVO SINGOLO: “SICKNESS”
“… modern without sacrificing Bennington’s inherent adolescent grit” – Rolling Stone
“…showcases Bennington’s iconic voice in a fresh context” – Revolver
“The voice of Chester Bennington is timeless… Grey Daze are bringing some of his vocal magic back to the forefront… ” – Loudwire
“Both celebratory and emotional the record stands as a heartfelt echo of Chester Bennington’s power” – Kerrang!
“The range, the power, it sounds like he’s in his prime…” – Brian “Head” Welch (KORN)
CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE – I Grey Daze, la band di Chester Bennington prima che entrasse a far parte dei Linkin Park, pubblica Amends, l’album a lungo atteso della band di Phoenix in cui nuove parti strumentali si fondono con quelle vocali (rimasterizzate per l’occasione) colte dalle registrazioni del gruppo, tanto introvabili quanto poco esplorate.
In concomitanza con l’annuncio, i Grey Daze pubblicano il secondo singolo dalla serie di 11 tracce, “Sickness”, disponibile a partire da oggi insieme con il video (https://www.youtube.com/watch?v=if3ktXPXT9Y), di cui il batterista e fondatore del gruppo Sean Dowdell dice che “è liberamente ispirato ad un episodio realmente accaduto quando Chester aveva quindici anni. Era vittima di bullismo a scuola, e una volta le aveva prese sul serio. È stato allora che ho assunto un ruolo di protettore, quasi di fratello maggiore per Chester, una cosa che è durata e durerà per sempre, anche dopo la sua scomparsa.”
Amends racconta le origini di una delle voci più riconoscibili del rock, e anche la chiusura di un cerchio per un gruppo di amici. L’album è infatti il completamento di un progetto di riunione dei Grey Daze che Chester aveva annunciato poco prima della sua prematura scomparsa. Gli altri membri della band – Dowdell (batteria), Mace Beyers (basso) e Cristin Davis (chitarra) – insieme con i genitori e la vedova di Chester, Talinda Bennington, si erano prefissi la missione di procedere con il progetto grazie alla consulenza di Tom Whalley, fondatore di Loma Vista Recordings nonché Amministratore Delegato presso la Warner Bros. Record all’epoca in cui i Linkin Park pubblicavano per la casa discografica. Dowdell, Beyers e Davis hanno così selezionato le tracce dall’insieme di registrazioni (in buona parte sconosciute) realizzate nella metà degli anni ’90, e hanno registrato nuove parti strumentali per accompagnare la voce rimasterizzata di Chester. Con Jay Baumgardner come produttore, diversi musicisti hanno profuso tempo, impegno e talento nel concorrere a realizzare l’album: tra questi Brian “Head” Welch e James “Munky” Shaffer dei Korn, Paige Hamilton (Helmet), Chris Traynor (Bush, Helmet, Orange 9MM) e LP.
All’inizio di questa settimana, Sean Dowdell e Talinda Bennington hanno parlato del progetto con Rolling Stone, discutendo su come si sia arrivati a far sì che il risultato finale venisse diffuso, e dell’emozione nel trasmettere quest’album al mondo: “Lui [Chester] voleva ricostituire i Grey Daze perché amava ancora la loro musica straordinaria, ed era emozionato all’idea di ricrearla” afferma Talinda nell’intervista con Rolling Stone. “Farlo oggi, dopo che Chester aveva tanto a lungo covato questo progetto – e avendo fatto tanta strada dalle prime esperienze, era così emozionato all’idea –… Mi pare adesso di sentirlo esclamare ‘F**k yeah!’”
Dowdell parlando di Amends sottolinea il significato che questa pubblicazione può assumere non solo per la ristretta cerchia di persone emotivamente e personalmente coinvolte nell’operazione, ma anche per i milioni di fan che hanno a lungo aspettato di poter riascoltare la voce di Chester.
“Abbiamo varato i Grey Daze nel 1993, e la band si è sciolta nel 1998” spiega Dowdell in un documentario diffuso di recente (https://youtu.be/WeryXu6f4gQ). “Con un balzo arriviamo quindi al 2016, quando Chester è in tour e dice ‘penso che dovremmo riunire i Grey Daze.’ Ovviamente, è successo quello che è successo, e Chester ci è stato portato via. Altrettanto ovviamente, quando se ne è andato pensavo ‘oddio, ho perso il mio amico, sua moglie ora è vedova, e i suoi bambini orfani…’: questo sull’onda della tremenda emozione. Sei o sette mesi più tardi, nel chiacchierare ho detto che avrei desiderato davvero portare a compimento quest’album. Non siamo disposti ad accettare risultati mediocri, vorremmo che il nostro amico ne potesse essere orgoglioso, che Chester sia orgoglioso e che il risultato fosse tale che lui sarebbe stato felice di pubblicarlo.”