Nella campagna che circonda Oristano un’intricata rete di canali di cemento conduce nei campi l’acqua per irrigare.
E proprio in uno di quei canali un pescatore nota qualcosa di strano: un cane con indosso la museruola, in procinto di affogare, tutte e quattro le zampe legate.
Quando viene scaricato da un furgone e appoggiato sul tavolo per le radiografie della clinica veterinaria è poco più che uno straccio, pesa sì e no dodici chili, è stremato. Eppure tenta di mordere comunque, con le poche forze che restano, con rabbia, ferocia e soprattutto disperazione.
A dispetto degli esami del sangue, a dispetto del parere dei medici, quel cane testardo supera ogni giorno e ogni notte, ostinato e caparbio, con la ferma volontà di mordere qualunque mano osasse sfiorarlo.
E Mano diventa il suo nome, Mano Canaletto Den(ti). La sua storia ce la racconta Monica Pais, medico veterinario, che dopo Animali come noi torna per Longanesi ad affrontare il tema degli animali che incontrano le persone sbagliate e della loro lunga e faticosa lotta per ritrovare la fiducia nella nostra specie.
E del resto, come biasimarli? Una storia di amicizia, di speranza, di rinascita, una storia di quelle che solo gli animali sanno raccontare…
Storia del cane che non voleva più amare
Monica Pais
Longanesi
Articolo di: Cinzia Ciarmatori