Per poter accettare ogni parte di noi, è opportuno poter accogliere, senza paura e pregiudizi, i pensieri e le emozioni apparentemente più inconfessabili e “sbagliate”, valutandoli per quello che sono: qualcosa che non ci può essere estraneo, semplicemente perché siamo umani.
I LATI OSCURI DELLA MENTE di Cecilia Smeraldi
Dal 19 novembre in tutte le librerie!
È strano pensare che la mente possa avere dei lati oscuri. Pochi campi della scienza hanno avuto uno sviluppo rapido e massivo paragonabile alle neuroscienze; tutto sembra essere stato investigato, misurato e spiegato. Ogni comportamento ha cause ipotizzabili, linee di sviluppo prevedibili ed è riconducibile a una classificazione, almeno in apparenza. La parola d’ordine è accettazione, verso qualsiasi pensiero o impulso possa sorgere nella nostra mente.
Eppure qualcosa ancora non torna. La cronaca è quotidianamente riempita da episodi che sembrano suscitare una reazione unanime di rifiuto (“come è possibile? Non è umano” e cosi via); la prassi clinica si occupa ogni giorno della sofferenza di chi non riesce a tollerare i propri lati oscuri, integrandoli in una coerente e globale visione del sé.
Si corre lungo un doppio binario: a livello pubblico tutto può essere esplicitato, anche spettacolarizzato, e di conseguenza tollerato; a livello intimo permane una grande sofferenza e una distorsione nella visione di sé e dell’altro. Accettare che idee ed emozioni negative siano parte della vita e della natura umana sembra apparentemente sdoganato sin dai tempi di Freud e della scoperta dell’inconscio, tuttavia ancora oggi rimane una zona di confine, tra costume, clinica e devianza a cui ci si accosta sempre con una curiosità timorosa.
Il fascino del lato oscuro influenza arte e letteratura nel corso dei secoli, rimanendo inalterato al cambiare delle condizioni socioculturali. La sublimazione connessa alla creazione artistica permette forse di poter riflettere con maggior distacco e serenità su aspetti propri e altrui che possono apparire inaccettabili.
Cecilia Smeraldi, nata e cresciuta a Milano, è dottore di ricerca in Neuroscienze e disturbi del comportamento. Si occupa da anni di sostegno e riabilitazione delle principali patologie psichiatriche.