È il Gladiatore per antonomasia. Film, documentari, rievocazioni storiche e la sua presenza fissa e scherzosa ad “Avanti un altro” ne hanno fatto un volto celebre. Eppure Emanuele Vaccarini non ha perso nulla della spontaneità e della sua tipica ironia, unita a professionalità, che già aveva caratterizzato la precedente intervista che gli facemmo.
Tre anni fa chiacchierammo sulla violenza. E’ cambiato qualcosa su questo argomento anche relativamente al bullismo di cui discutemmo?
Purtroppo non è cambiato nulla, anzi forse la situazione si è acutizzata. Infatti i bulli oggi utilizzano anche i social media per tormentare le loro vittime. Come ben sai io sono contro a qualsiasi tipo di violenza sia fisica che mentale. Ho sempre cercato di insegnare ai ragazzi una maggiore fiducia in loro stessi perché non sopporto le prepotenze e cerco di far capire loro che denunciare un bullo non è sintomo di di viltà, anzi ci vuole coraggio per farlo ed è un aiuto che si dà alla società per difendersi da questa piaga che sta aumentando in maniera esponenziale.
Sei stato uno dei primi a rendere nota in epoca moderna la gladiatura. Perché credi che l’uomo moderno resti affascinato da queste tecniche di combattimento?
Come in Oriente le popolazioni sono affascinate dal loro passato, così nell’Occidente siamo affascinati da ciò che ci deriva dalla Babilonia, dalla Grecia e soprattutto dall’Impero Romano che si diffuse ovunque. Ci sono diversi stili di lotta e di discipline che assomigliano alla gladiatura e penso che onorare e ricordare le proprie origini, i propri antenati sia simbolo e sintomo di rispetto alle appartenenze geopolitiche delle nostre origini caucasiche.
Prima di un’esibizione di gladiatura quanto e come vi preparate?
Prima di tutto abbiamo due tipologie di combattimento. Il Simulato ovvero quello che usiamo per il cinema, i documentari, la televisione dove nulla è lasciato al caso e viene studiato ogni singolo movimento che dobbiamo effettuare. E’ una vera e propria coreografia precisa anche se, a volte, si deve lo stesso improvvisare perché può accadere un imprevisto. Il secondo metodo ricorda le arti marziali perché si va di istinto con il full contact e lì l’allenamento è più mirato ai riflessi e a puntare sulla tecnica.
La tua esperienza ad “Avanti un altro”. Come è nata la collaborazione.
Per caso. Avevano scelto un culturista per fare il gladiatore, ma non aveva entusiasmato. Un mio amico che lavora nell’ambito della sicurezza a Mediaset ha mostrato alla redazione delle foto e dei miei video e loro hanno capito che al di là del mio fisico corpulento o ricoprire i canoni del gladiatore nell’epoca moderna avevo anche una base culturale sull’argomento. Ho fatto la puntata zero che è andata bene e da lì è iniziato il tutto.
Con questa trasmissione sei diventato per tutti IL Gladiatore. Che effetto ti fa? Quanto ha stravolto la tua vita abituale?
Sono felice che la gente mi riconosca o mi fermi per strada, ma non è cambiato nulla nel mio modo di essere, di vivere. Ho i piedi ben saldati per terra. Sono un semplice operaio che a volte si diverte a “giocare” in tv o al cinema. Resto la solita persona schietta che dice “pane al pane e vino al vino.”
Televisione, documentari film. Tutto serio o qualche volta c’è la vena comica?
Guarda tutto fatto in professionalità per ciò che riguarda i i documentari o altro, ma non disdegno la mia goliardia, posto spesso video molto autoironici su me stesso perché penso che se si leva la voglia di ridere la vita vale la metà. Ridere fa bene a tutti e non ha un costo.
Libertà di azione, di combattimento, ma oggi si combatte con le armi o con le tastiere del pc?
I social oggi purtroppo sono uno strumento tanto interessante quanto pericoloso, i famosi “leoni da tastiera”. Persone che fino a qualche anno fa non aveva nemmeno il coraggio di guardarti negli occhi oggi dietro allo schermo si sentono Rambo o le Giovanna D’Arco della situazione. Purtroppo oggi si combatte più sui social che nella vita reale. Se le persone fossero più reali forse cadrebbero molte maschere che ci stanno in giro.
I latini dicevano “Mens sana in corpore sano”. Ci alleniamo poco o siamo solo diventati una società di invidiosi ed ipocriti?
La società oggi è caratterizzata da invidie, ipocrisie, falso buonismo. Se le persone si allenassero di più e lasciassero perdere l’ego finto, quel’Io che mostriamo nei social e che non ci corrisponde si eviterebbero grossi problemi. Forse si dovrebbe ritornare a 200 anni fa per ciò che riguarda icontati umani. Siamo troppo legati ai social o ai media che ci danno, a volte, informazioni distorte rispetto alla vita reale.
Le tue dirette online sono seguitissime, pensi che sia interessante poter esprimere la propria opinione e vedere cosa pensano i tuoi contatti? E’ un interscambio alla pari?
Le dirette sono abbastanza crude, nude, molto.. dirette! Scusate il gioco di parole, ma voglio che il messaggio arrivi chiaro, lampante, senza giochi di parole o senza fraintendimenti. Preferisco essere crudo, molto reale che girare intorno alla problematica che espongo nei miei video. Questo perché ci tengo che la gente capisca bene il mio pensiero. A volte sono dirette pittoresche, ma questo perché per me è sintomo di verità, di realtà. Non amo i giochi di parole, gente che usa paroloni o linguaggi forbiti per spiegare ciò di cui sta trattando salvo poi rimangiarsi tutto e quindi non essere apprezzato dal pubblico che lo segue. Credo che la maggior parte dei miei contatti mi rispetti e stimi proprio per la mia schiettezza e perché ci metto la faccia in quello che faccio. Sempre.
Intervista di: Luca Ramacciotti