Lorenzo Licitra vincitore di X-Factor 2017 è sceso in pista con un nuovo singolo che fa da apripista ad un prossimo album. Volto da ragazzo pulito con uno sguardo che in realtà penetra il pubblico. Pubblico che ha sempre saputo conquistare con eleganza e magnetismo da animale da palcoscenico quale è.
Cosa rappresenta la musica per Lorenzo Licitra, il suo primo ricordo legato ad essa.
La musica è ciò che mi fa sentire più vivo ed è la mia ragione di vita da quando sono nato. Il primo giocattolo infatti è stato un microfono per bambini e qualsiasi occasione era buona per fare sembrare ogni spazio aperto un teatro dove poter esibirmi e cantare le prime canzoni senza senso.
Quale è stato il percorso di studio?
La voce è uno strumento che non si finisce mai di studiare. Ho iniziato a prendere delle lezioni da un soprano all’età di 16 anni, subito dopo il liceo ho frequentato il Conservatorio, diplomandomi in canto lirico. Poi ho perfezionato gli studi con vari maestri e masterclass di fama internazionale e continuo a farlo anche oggi.
X-Factor. Una voce fuori dagli schemi, tendente al lirico. Come è stato lo studio e il trovare o ricreare un’identità per questo talent show?
Non ho mai faticato nel trovare la mia identità all’interno del programma. Ho sempre saputo cosa volevo cantare e amando i due mondi musicali, quello pop e quello classico, semplicemente in quel palco ho avuto la possibilità di tirar fuori le mie due anime e mixarle in modo che il pubblico potesse appassionarsi.
Dopo la vittoria molto lavoro, ma nessun disco. Una scelta difficile immagino, ma atta a preparare un buon prodotto.
Ho voluto il mio tempo affinché non arrivasse un prodotto già stampato e confezionato. La musica è arte e ha bisogno dei tempi giusti per maturare, come un buon frutto, se vuoi che faccia bene. Ho cercato il mio team e le persone adatte a scrivere insieme a me e come un buon vestito cucito su misura oggi sono pronto a raccontarmi al grande pubblico.
Nonostante non sia uscito subito un suo album di canzoni il pubblico non l’ha mai dimenticata, anzi è rimasto in attesa. Come si spiega questo attaccamento alla sua figura?
Questo è un grande regalo e vuol dire che la musica ha ancora un potere unico quello di rimanere nel cuore e se è rimasto così tanto tempo vuol dire che ho seminato bene. Con i piedi per terra ho sempre cercato di costruire emozioni in cui la gente potesse rivedersi. Se il risultato è questo allora siamo sulla buona strada.
La sua manager è Nicoletta Mantovani per cui subito viene in mente Luciano Pavarottie la sua svolta pop nella sua parte di carriera. Lei come si rapporta tra classicismo lirico e pop? Come saranno i brani che costituiranno il suo prossimo lavoro?
Il Maestro Pavarotti ha costruito un ponte fra i due mondi che hanno sempre viaggiato parallelamente. Penso di appartenere a quella corrente di pensiero in cui finché è musica che ti entra nel cuore non importa il genere. Il mio futuro musicale vedrà sempre di più l’unione di due mondi che insieme possono regalare suoni nuovi ed emozionanti.
“Sai che ti ho pensato sempre” potrebbe essere la canzone dell’estate 2019 per la sua freschezza e assimibilità. Un brano molto differente dal precedente “In the Name of Love” dove forse si sfruttava maggiormente la sua vocalità. Come mai questa scelta?
Ci sarà tempo per esprimere più voce e più estensione. Volevo tornare con un brano fresco, forte nel testo e nella musicalità. Ha una melodia che a furia di ripetersi entra in testa con delle parole molto significative che raccontano tanto di me, ma allo stesso tempo di tutte quelle storie che possono succedere a chiunque si rivede nel testo.
“Sai che ti ho pensato sempre” la storia di un amore perso, ritrovato, unito da un’ideale corda che percorre le immagini del video. E’ anche una metafora del suo percorso musicale post X-Factor?
Si, soprattutto. Parla proprio di quella rotta che non ho mai perso, di quell’amore per la musica che mi ha portato a scalare grosse montagne. È un brano per tutte quelle persone che ogni giorno non hanno smesso di dimostrarmi il loro affetto e che in qualche modo ho pensato sempre. È un grazie a chi c’è stato e non è mai andato via, un brano di speranza per chi vuole rialzarsi.
In questo lasso di tempo ha avuto molte soddisfazioni esibendosi in grandi contesti e innanzi a celebri personaggi, ma ha un sogno nel cassetto?
Ce ne sono tantissimi, sono un grande sognatore, ma tra quelli più belli c’è il desiderio di continuare a vivere di musica regalando quello che ho nel cuore a quanta più gente possibile.
Lei ha dimostrato che una carriera si fa ponderando attentamente le scelte senza fretta. E’ un possibile consiglio a chi vorrebbe iniziare questa carriera in un mondo dove tutto si consuma in pochi istanti?
È tutto così scontato e veloce oggi e nella musica importano solo i numeri e le classifiche. Si è dimenticato il senso vero e il grande potere che la musica ha.Il consiglio che do a chiunque vuole fare questo grande mestiere è quello di non accontentarsi mai, ma anzi di cercare la propria identità e crederci sempre, fino alla fine, veramente.Una maglietta firmata comprata al primo store è molto bella ma un abito fatto su misura è tutta un’altra cosa.
Intervista di: Luca Ramacciotti
Foto di: Riccardo Ambrosio