Paradiso Italia: l’opera di graphic journalism
di Mirko Orlando
Titolo: Paradiso Italia
Autore: Mirko Orlando
Genere: Graphic Novel/Graphic Journalism
Casa Editrice: Edicola Ediciones
Collana: Illustrati
Pagine: 192
Prezzo: 20 €
Codice ISBN: 9788899538460
Paradiso Italia è un’opera di graphic journalism realizzata dal fotografo e illustratore Mirko Orlando. Questo libro, che alterna illustrazioni a fotografie, si concentra sulla questione dell’immigrazione, dando spazio, questa volta, alla voce dei migranti. Alcuni di loro sono ritratti da fotografie, altri, invece, da disegni, le cui mani, come quelle del protagonista Mirko, sono molto grandi, quasi a significare quanto essi siano disposti a dare tutto pur di integrarsi nella società italiana, e pur, anche, di poter inviare quel poco che guadagnano alle famiglie che non li hanno potuti seguire e che sono rimaste in un Paese devastato da guerre e miseria.
Questo fumetto si apre con un primo spread dedicato al paradiso: parola la cui etimologia è riconducibile al termine “recinto”. E questa associazione si rispecchia pienamente nella situazione che i migranti sono costretti a vivere una volta che, dopo aver dovuto sopportare viaggi estenuanti, torture e addii, giungono in Italia:una vera e propria gabbia, che non li lascia vivere, e che, invece diessere il loro paradiso, diventa la loro prigione, che gli impedisce di avere una dignità e un’identità da essere umano, di poter rendersi utile e integrarsi nella società che, malamente, l’ha accolto.
E questa prigione è rappresentata dal Moia di Torino, dal ghetto Borgo Mezzanone, dalla Val di Susa, attraverso la quale, sommersi dalla neve, i migranti tentano una fuga disperata, o ancora dalle baracche costruite a Ventimiglia, nella speranza, un giorno, di riuscire ad attraversare il confine con la Francia e raggiungere parenti o amici che permetterebbero ai rifugiati di condurre una vita che possa realmente essere definita tale.
Attraverso gli occhi e le parole di Mirko, il lettore si trova a riflettere su diverse questioni, siano esse politiche, sociali e umanitarie. E si trova a pensare anche alle difficoltà che queste persone devono affrontare: dalle loro parole si capisce come dalla disperazione, pur di salvare la propria vita e quella dei propri cari, siano disposte a tutto: alle torture, ai viaggi estenuanti, a spese esorbitanti, alla prigionia.
E i loro occhi lasciano trapelare che tutta la sofferenza che hanno vissuto fino al momento del loro sbarco in Italia è ancora presente, continua ad aleggiare su di loro come una presenza opprimente che mai volerà via. Una presenza opprimente che è accentuata anche dalle condizioni in cui si ritrovano a vivere una volta che sono arrivati nel, secondo loro, paradiso: case fatiscenti, baracche o tende, senza documenti, senza lavoro, senza la possibilità di curarsi in caso di malattia, in condizioni igieniche precarie. E tutto questo, Mirko Orlando ha potuto raccontarlo perché ha deciso di vivere con loro, essere parte della loro quotidianità, ascoltare e raccogliere le loro storie e le loro vite.
E ha voluto restituirle a noi, nella loro realtà talvolta anche molto cruda, per farci capire, almeno per una volta, quale sia la condizione e lo stato d’animo in cui sopravvivono i rifugiati. E lo fa non in ottica buonista, ma senza sconti: non nega la parte buia della vita di questi migranti, mettendo in evidenza come nei luoghi in cui si radunano, alcol e marijuana siano molto diffusi, forse proprio per trovare una via di fuga da questa prigione in cui sono costretti.
Allo stesso tempo, però, mette in evidenza anche la parte di luce che caratterizza le loro vite, la speranza che imperterrita continua ad abitare in loro, e che li porta a fare scelte azzardare e sfidare il destino pur di avere un futuro migliore. Basti pensare ai migranti che cercano di entrare in Francia passando per la Val di Susa nei mesi invernali, i quali, troppo spesso, vengono trovati morti assiderati.
O ancora, a tutti quelli che si aggrappano sotto veicoli che varcano il confine con lo Stato francese, o che provano a oltrepassarlo utilizzando il treno, ma che, inesorabilmente, vengono rimandati indietro alla loro vita da confinati e senza identità. Orlando non si risparmia nemmeno la critica ai politici, alla società e ai giornalisti: tutti e tre hanno un modo di vedere la questione dell’immigrazione in maniera negativa, omofoba e generalista. Negativa, perché i rifugiati vengono ritratti solamente come un “problema” per la società italiana, una spesa in più, un intralcio alla possibilità di dare più dignità agli italiani. Omofoba, perché il diverso fa paura, e per questo è meglio chiudere gli occhi, far finta di non vedere, far finta di non accorgersi di persone hanno dovuto lasciare tutto per provare a garantire a loro stessi e ai loro cari un futuro migliore.
E generalista, perché la nostra società ci fa credere che ogni persona di etnia diversa sia un delinquente, uno stupratore, un assassino; è il diverso che delinque, che ammazza le persone, che stupra le donne senza pietà. Basterebbe riflettere un minimo per capire che, in realtà, è la nostra società a essere piena di marcio. E alimentare l’odio e il disprezzo verso queste persone, far crescere i più piccoli in un Paese dove l’accettazione dell’altro e la solidarietà non sono una prerogativa, essere fieri di lasciare morire uomini, donne e bambini in mezzo a quel mare, quel mare che per loro simboleggiava la salvezza, ma si è rivelato essere il loro carnefice, rappresenta davvero un fallimento della società civile e dell’umanità.
Questa graphic novel spinge il lettore a riflettere, a vedere con occhi diversi il “diverso”, a essere più accogliente e solidale. Perché scambiare una parola o un sorriso quando si incrocia lo sguardo di una di queste persone rifugiate fa bene all’anima. Alla loro e alla nostra.
Di Veronica Augelli
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