Prima Leo poi Tommaso che non è proprio l’esempio di marito fedele in “L’amore finché resta“. Le coppie moderne stanno davvero subendo tutti questi tracolli? Il tradimento è all’ordine del giorno?
Non penso che le coppie di qualche anno fa fossero tanto diverse, anche se i social hanno sicuramnete favorito il contatto tra persone che una volta forse non si sarebbero neanche incontrate. Le tentazioni sono molte e credo che la fedeltà sia sempre più un impegno che si deve decidere di prendere per proteggere il proprio rapporto di coppia. Tommaso e Leo non sono sicuramente degli ottimi esempi da questo punto di vista ma forse ci assomigliano un po’ nella loro fragilità e debolezza che non nascondano ma anzi provano a loro modo ad affrontare.
“L’amore finché resta” è ad un certo punto un decalogo di regole e consigli preziosi su come affrontare il mondo femminile e le relazioni di coppia. Quanto si è divertito a pensarlo?
Moltissimo. Ho cercato di mettermi nei panni del protagonista che vede il rapporto con le donne come una partita a scacchi in cui vince sempre chi è più accorto e meno si lascia andare. Una scelta che preclude però l’amore perché come sappiamo non esiste forma di rischio più grande nella vita che affidarsi all’altro, offrirsi senza difese e quindi innamorarsi. Le “regole di Tommaso” valgono soltanto se non ci si abbandona e alla fine anche lui sarà costretto un po’ a metterle in discussione.
Siamo un mondo dove tutto è apparire, da Youtube, alla Tv. Successi facili, effimeri. Si vive di immagini? Siamo davvero andando verso una società così effimera?
Sicuramente stiamo andando verso una società molto diversa e in cui tutti hanno bisogno di raccontare in qualche modo la propria storia con foto, frasi, immagini. Youtube è solo l’ultimo tassello di un percorso che inizia con Facebook e che coinvolge tutti perché restarne fuori sembra davvero difficile. D’altro canto ogni conquista tecnologica ha lati positivi e lati negativi e sta a noi cercare di farne un utlizzo sensato e soprattutto spingere i ragazzi a o abusarne.
Scrittore e fondatore della casa editrice Giulio Perrone. Cosa contraddistingue la sua casa editrice dalle altre e perché ha sentito la necessità di fondarne una sua.
Il nostro progetto editoriale nasce a Roma nel 2005 in un momento storico in cui fondare una casa editrice non dico fosse normale ma fattibile, quasi auspicabile. La Roma di quel periodo era ancora molto frizzante e ricca di possibilità per chi aveva voglia di fare cultura. Oggi è sicuramete diverso. Quello che posso dire però è che la passione per i libri era e resta il motore di ogni nostra scelta che parte dalla ricerca sulla narrativa italiana (abbiamo un’autrice in dozzina al Premio Strega) e arriva fino a quella americana con una collana diretta da Joe Lansdale che partirà a brevissimo.
La sua più grande soddisfazione come editore.
Aver pubblicato i primi romanzi di autori che poi si sono affermati come Paolo Di Paolo, Chiara Valerio, Simona Lo Iacono o Giorgio Nisini.
L’amore finché resta o finché resta l’amore?
L’amore finché resta sicuramente, anche se non è detto che debba finire per forza, anzi.
Intervista di: Luca Ramacciotti