Da leggere Maestoso è l’abbandono di Sara Gamberini
C’è Teresa, solo all’anagrafe, Maria per il mondo; c’è il dottor Lisi il suo analista da tanto tempo, c’è un padre che non è riuscito ad esserlo e una madre che con la sua assenza riempie ogni spazio.
Ci sono i fidanzati tanti, che non lasciano traccia, tranne uno che si trasformerà in futuro, ci sono le parole dette e taciute, c’è la vita.
Maestoso è l’abbandono è una narrazione capace di portarci nel flusso vorticoso dell’interiorità di una giovane donna che si racconta, si svela.
Allo specchio? Al lettore? Al suo analista? Al mondo? Non ha importanza, una donna che per sua stessa ammissione era solita mettersi nella condizione di essere salvata, senza accorgersi di esserci già riuscita.
Non si tratta certo di una persona risolta, ma una creatura in grado di percepire il disagio come un’emozione vicina alla malinconia, di rendersi conto che la comprensione in fondo non è certo la forma più alta di conoscenza e che spesso è sufficiente spogliare dalla tragicità anche le cose per vederle nella loro grandezza mostrandoci come l’essere crudeli con amore sia una forma di mistica terrena.
Un libro raro, scritto con sapienza, cura e ricercatezza, una prosa che vira verso i colori della poesia, che si adatta e cambia col volgere degli eventi, che sa essere lenta, caotica, assonnata, ma anche realista, presente, determinata, che segue e protegge la voce narrante e che si trasforma insieme a lei in un finale che è speranza è apertura, vittoria e che miracolosamente riporta ad un nuovo inizio, una nuova vita, una nuova storia che forse però può essere la stessa.
Maestoso è l’abbandono di Sara Gamberini
Hacca
Articolo di: Elena Torre