La terra che calpestiamo in libreria il nuovo libro di Jesùs Carrasco
Ci sono editori, tanti; proposte, troppe che escono ogni giorno saturano gli scaffali delle librerie.
Ci sono autori, tanti, e scrittori, pochi, che riescono a far arrivare le loro storie ai lettori, sempre meno numerosi, che, affamati, drogati, dipendenti dai libri si lasciano sedurre da titoli e copertine che sembrano far a gara per essere sempre più simili far loro.
Ma per fortuna ogni tanto ci sono case editrici come Bollati & Boringhieri, Neri Pozza, La Nave di Teseo e Ponte alle Grazie solo per citare le prime che si affacciano alla mente, (ma sono molte di più) che scelgono con grande attenzione, che propongono con coraggio, selezionano e ridanno un po’ di ossigeno a quei lettori che come me sono diventati, con l’età probabilmente, più esigenti e meno inclini a farsi imboccare…
Appena uscito per Ponte alle Grazie “La terra che calpestiamo” di Jesùs Carrasco che torna dopo “Intemperie” un autentico gioiello, con una nuova storia.
Ritroviamo la forza di una prosa poetica ed evocativa, ritroviamo la padronanza di un linguaggio (ed un plauso doveroso va alla traduttrice Claudia Marseguerra) pregno di una forza tale da restituire colori, odori, e atmosfere di un tempo e un luogo che non ci appartengono e rendere tutto talmente vivido da metterci il dubbio dopo l’ultima pagina che qualcosa di nostro non sia veramente rimasto da qualche parte in Estremadura.
Carrasco racconta una storia che è anche nostra, ci apre una finestra su quello che non vorremmo sapere e lo fa con maestria spostando continuamente il punto di vista tra i due protagonisti la signora Eva Holman e il vecchio Leva che una mattina si sdraia lungo la staccionata della proprietà della donna e suo marito il colonnello Holman oramai un uomo incapace di provvedere a se stesso dipendente da lei per tutte le sue necessità.
Ci sono sentimenti, domande, sospetti, paure.
C’è tutta la crudezza e le atrocità di una guerra impossibile da dimenticare, ci sono i legami con le persone e i posti che sembrano l’unico filo di Arianna per tornare al centro della propria essenza che smette di essere propria per diventare universale.
La terra che calpestiamo
Jesùs Carrasco
Ponte alle Grazie
Articolo di Elena Torre