Anna Banti
Racconti ritrovati
a cura di Fausta Garavini
La Nave di Teseo, pag. 392, € 20,00
In libreria il 9 novembre
Ecco finalmente in volume gli “scritti sparsi” di Anna Banti, ovvero i numerosi racconti che compose per giornali e riviste, come “Paragone”, di cui fu fondatrice assieme al marito Roberto Longhi. Considerata una delle autrici più importanti nella storia della letteratura italiana del Novecento, Anna Banti condensa in questi testi la ricchezza di sfumature che hanno animato la sua prosa. Perfettamente calzante con il suo universo narrativo, o a volte ibrida, capace di dialogare – in anticipo sui tempi – con la non-fiction e il costume, la penna di Anna Banti si conferma e rivela ogni volta partecipe, precisa, emotiva, illuminante.
Fausta Garavini firma una strepitosa introduzione a questi scritti di Anna Banti da lei raccolti e curati. I racconti affrontano temi e modalità mossi e disparati, variando dall’autobiografia all’osservazione degli ambienti domestici e sociali, dalla tensione amorosa al mondo femminile, sempre interpreti della sua impareggiabile capacità di alternare ironia e schiettezza, commozione. Come quando si diverte a ‘ribaltare le leggende e scongela e rimodella a suo gusto i personaggi impietrati nella loro favola.’ Come fa ad esempio ‘in tre deliziose prove di racconto storico, un trittico dipinto con ironica, affettuosa bonomia, dove la pala centrale è dedicata a Caterina de’ Medici, mentre le due ante laterali sono occupate da Beatrice e Laura. Tutte e tre ritratte nel loro prosaico, segreto quotidiano: Caterina a battagliare con cortigiani malfidi, figli mal riusciti, fazioni cattoliche e protestanti, nel subbuglio delle guerre civili (La madre di tre re); Beatrice Portinari malcerta di sé e di “quel pettegolezzo che univa il suo nome al nome del giovane Alighieri” (Verità su Beatrice); Laura de Sade, attentissima massaia, che tiene un diario regolarissimo, in latino, dove di tanto in tanto appare la frase sacramentale “reditus domini Francisci”, mentre il poeta, incurante delle trecce assettatissime di madonna, divaga su chiome all’aura sparse (Piaceri di Laura). Altrettanto feriale è la Giulietta di Giulietta (e Romeo), una “veneta senza malizie”, per non dire della “ragazzina precoce, rosea bionda e prosperosa” del tardo Al ballo dei Capuleti.’ Molta fantasia, dunque, ma di cose plausibili, fino ai racconti delle amicizie perdute, più accorati, come quello – diremmo su cui si fonda una parte considerevole di storia letteraria del Novecento – con Maria Bellonci.
Anna Banti, pseudonimo della scrittrice Lucia Lopresti (Firenze 1895 – Ronchi, Massa 1985), fu scrittrice, giornalista e saggista molto attenta alla condizione femminile. Assieme al marito Roberto Longhi fondò la rivista “Paragone”, di cui diresse la sezione letteraria. Tra le sue numerose opere, capaci di spaziare dalla biografia alla saggistica, dal romanzo storico, alla critica d’arte: Itinerario di Paolina (1937), Il coraggio delle donne (1940), Sette lune (1941), Artemisia (1948), Le donne muoiono (1952), Il bastardo (1953), Allarme sul lago (1954), La monaca di Sciangai (1957), Le mosche d’oro (1962), Campi elisi (1963), Noi credevamo (1967), La camicia bruciata (1973), Un grido lacerante (1981), Lorenzo Lotto (1953), Fra Angelico (1953), Diego Velázquez (1955), Claude Monet (1956), Opinioni, saggi e appunti letterari (1961).
Fausta Garavini, studiosa di letteratura francese, ha insegnato presso l’Università di Firenze. È autrice della traduzione integrale dei Saggi di Montaigne e di una vasta produzione saggistica. Dal 1972 è redattrice di “Paragone” e ha collaborato con altre riviste tra cui “Nuovi Argomenti” e “Littérature”. Ha pubblicato inoltre numerosi romanzi, tra cui Gli occhi dei pavoni (1979, Premio Mondello per la migliore opera prima), Diletta Costanza (1996, finalista al Premio Viareggio), Uffizio delle tenebre (1998), In nome dell’Imperatore, (2008, finalista al Premio Viareggio e al Premio Bagutta), Diario delle solitudini (2011, Premio Vittorini), Storie di donne (2012, finalista al Bagutta), Le vite di Monsù Desiderio (2014, Selezione Cinquina Premio Campiello).
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