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Ospite del nostro spazio interviste Sara Gazzini

Ospite del nostro spazio interviste Sara Gazzini da poco in libreria con C’è chi dice di volerti bene uscito per HarperCollins

Caterina, Sveva, Giulia, Bianca e le altre protagoniste sono legate unicamente dalle loro vicende sentimentali?

Grafica Divina

Le protagoniste sono legate non solo dal fatto di avere delle storie che le hanno ferite, turbate, deluse, ma sono legate dai sentimenti del momento: l’attesa, la speranza, l’illusione, la fragilità. Da quello che vorrebbero, ma non possono avere, da quello che non hanno il coraggio di chiedere. Sono donne che vedono nel futuro la loro ragione di essere, sono donne che dal futuro non possono prescindere. In comune hanno l’aspettativa nel domani e la voglia di raccontare tutto quel passato che le tormenta, nella giusta convinzione che la condivisione possa portare al tanto sospirato sollievo.

L’amore è veramente il motore che muove il mondo? Se sì, perché?

Guai se non lo fosse. C’è amore, o quantomeno ci dovrebbe essere, in tutto quello che facciamo. Lo sbaglio che comunemente si commette è quello di pensare all’amore esclusivamente come a un rapporto tra uomo e donna. Non è così. L’amore conosce mille sfaccettature. Conosce mille modi per manifestarsi. Io ho cercato di raccontarlo, se non in tutto, quanto meno in molte delle sue implicazioni. Si parla di amicizia, di sesso, di amore per un figlio e di quello verso i propri genitori; sopra ogni cosa di amore verso se stessi, quello che poi è alla base, o comunque dovrebbe essere, di tutti i rapporti che poi costruiamo.

Che cos’è una love coach? Pensa che oggi sia davvero una figura necessaria?

Una love coach è la razionalità, l’oggettività, è quello che ci manca specie nella fase dell’innamoramento, dove vengono fuori i nostri sentimenti più istintivi, dove la nostra parte bambina prende il posto di quella adulta. La love coach, quando sei ubriaca d’amore, diventa l’adulto che ti prende per mano da piccola per farti attraversare la strada. Quante volte prese dalla passione, dall’emozione, dall’istinto, vediamo quello che non esiste? La love coach del mio romanzo è l’occasione per rinsavire, per dare una spiegazione alle emozioni, per dare un senso alle mille congetture proprie delle innamorate. Ci vorrebbe? Forse sì. È possibile razionalizzare un sentimento? Non lo so.

Com’è cambiato l’amore al tempo dei social? Cosa ci hanno dato e cosa invece ci hanno tolto?

Con l’avvento dei social direi che è cambiato l’amore intanto perché è cambiata proprio la possibilità di incontro. Facebook, Twitter gradatamente hanno preso il post del bar, dove ci si incontrava e si scambiavano le prime occhiate, del locale dove ci si sedeva a bere qualcosa. Al di là di questo, i social rappresentano un modo per comunicare, anche indirettamente, per scambiarsi messaggi allusivi, per cercare, forti del coraggio che ci regala la tastiera, di far comprendere i nostri sentimenti. Perché chi non appartiene ai social non lo sa, ma chi come me li frequenta, sa benissimo che la lettura della bacheca del tizio che ti piace, diventa il primo atto da compiere alla mattina appena sveglia. Forse ancor prima del caffè da sorseggiare. Il rischio, però, è di perdere di vista la realtà. Incontrarsi continua a essere l’unico strumento vero per conoscersi.

Dai social alla carta stampata, il passo è stato breve?

A vederlo da fuori si direbbe che è stato breve. In realtà, lo scrivere, anche sui social, mi ha richiesto voglia e coraggio, pazienza e dedizione. Io ho iniziato per caso, o forse semplicemente per vedere nero su bianco tutto quello che avevo dentro. La separazione personale che ho vissuto e tutto il dolore che ne è conseguito, con tutta probabilità necessitavano di una via di sfogo. I social per me sono stati questo: la possibilità di dire, di essere ascoltata e di condividere. Poi, man mano, è arrivata la conferma di tante persone, quelle che mi leggevano e rivedevano in me i propri sentimenti. Ho continuato a crederci… E quando si crede fermamente in qualcosa e poi la si raggiunge, niente è un regalo.

Intervista di: Cinzia Ciarmatori

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