La cultura del cibo, il cibo nella cultura: una perfetta fusione che rappresenta da qualche anno il claim di Food&Book, il Festival del libro e della cultura gastronomica diretto da Carlo Ottaviano e Sergio Auricchio che torna, nella storica e suggestiva cornice liberty delle Terme Tettuccio di Montecatini per la sua quinta edizione. Dal 13 al 16 ottobre, protagonisti saranno scrittori, per i quali vino e cibo sono spesso elementi di ispirazione delle proprie opere narrative, e chef che raccontano il cibo con le loro ricette e spesso con libri di successo. Un programma specifico sarà poi dedicato agli Istituti alberghieri che arriveranno per Food&Book da tutta la Penisola e che avranno anche la possibilità di visitare Pistoia, Capitale italiana della cultura 2017.
Come da tradizione del festival, si inizierà venerdì 13 ottobre con la serata dedicata ai padri nobili dell’alta cucina d’autore italiana. Dopo Ezio Santin e Gualtiero Marchesi, sarà la volta di Aimo e Nadia Moroni, nativi della vicina Pescia, ristoratori di successo a Milano. I Moroni saranno ospiti d’onore della Cena di apertura al Grand Hotel La Pace e incontreranno gli studenti degli Istituti alberghieri provenienti da tutta Italia (oltre 500 lo scorso anno) per una lezione-testimonianza sulla propria esperienza. Sempre nella giornata di venerdì, dopo la Cena di Gala, alle 23.00 apertura straordinaria del MOCA – Montecatini Contemporary Art per una visita guidata dall’Assessore alla cultura Bruno Ialuna al museo che espone una delle più grandi tele di Mirò. La sera del sabato Cena della Legalità con lo Chef calabrese Filippo Cogliandro che sarà ospite del Grand Hotel Croce di Malta.
Anche per questa edizione continua la collaborazione con Slow Food che a Food&Book porterà il meglio dell’enologia italiana: migliaia di appassionati potranno infatti degustare le circa 800 etichette migliori d’Italia selezionate dai degustatori per la guida Slow Wine 2018, che sarà presentata in anteprima per l’occasione sabato 14. Lunedì 16 si svolgerà l’incontro nazionale dell’Alleanza Slow Food dei cuochi, un progetto che mette assieme cuochi e produttori per valorizzare le produzioni agricole italiane e i loro artefici. Da tutta Italia arriveranno dunque a Montecatini cuochi e contadini, ristoratori e responsabili dei Presìdi.
Tra gli appuntamenti di maggiore curiosità, si segnalano la Corsa dei Camerieri, una sfida all’ultimo piatto che vedrà competere allievi degli Istituti alberghieri e camerieri professionisti, e la prima finale del Campionato Italiano del Salame, organizzato dall’Accademia delle 5T con il patrocinio del MIPAAF: con un obiettivo espressamente formativo che consentirà ai candidati di presentare storicamente e contestualmente il proprio prodotto, saranno in gara i salami di quasi 50 produttori realizzati con carne di suino rosa o razze miste provenienti da 15 regioni selezionati durante le 5 semifinali.
“Una formazione senza confini per un mondo senza muri” è il titolo del workshop organizzato da ANP – Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola ed Intercultura che vedrà partecipare docenti e dirigenti scolastici sul tema dell’importanza della formazione all’estero.
Tanti appuntamenti e incontri nel programma di Food&Book.
Solidarietà e cucina andranno a braccetto con il progetto Amatricianae – Grandi Chef italiani insieme per Amatrice, a cura della Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma: Marchesi, Cracco, Vissani, Bottura, Scabin, Crippa, Lopriore, Oldani, Cedroni, Leemann, Klugmann, sono solo alcuni dei grandi chef italiani che hanno voluto omaggiare Amatrice e il piatto che si identifica con quel territorio, proponendo versioni d’autore di quella ricetta, con straordinaria creatività gastronomica e sapienza culinaria.
Food&Book sarà anche un’interessante occasione per tutti i giornalisti di frequentare due giorni di corso professionale per i crediti formativi, a cura di EACI (European Association Consumer Information): sabato 14 il tema sarà “Consumi fuori casa ed enogastronomia: comunicazione e giornalismo nel settore enogastronomico”; domenica 15 “Quando il cibo fa paura: storia e analisi della comunicazione di crisi”. I corsi, oltre che ai giornalisti, sono aperti, nel limite della capienza della sala, a tutti coloro che sono interessati ai temi trattati.
Il festival attirerà appassionati di libri e di gastronomia, che potranno liberamente partecipare agli incontri e alle cene “A tavola con lo scrittore”, visitare il bookshop con tutti i libri presentati durante la manifestazione, oltre ai desk di diverse case editrici allestiti come ogni anno nella splendida Sala Scritture delle Terme Tettuccio. Negli ampi spazi delle Terme, durante i quattro giorni del festival, saranno inoltre allestite una cinquantina di postazioni con produttori di specialità alimentari.
Tante le presentazioni in programma: tra gli autori interverranno Ketty Magni (Rossini, la musica del cibo), Maria Camilla Pagnini e Anna Agostini (Tavoli nobili e pietanze quotidiane. Cultura alimentare in Toscana tra Medioevo ed Età Moderna), Simonetta Simonetti (Fame di guerra. La cucina del poco e del senza), Carlo Ottaviano (Il sapere culinario. Ricette di un monsù siciliano al fronte), Fabio Pracchia (I sapori del Vino. Percorsi di degustazione per palati indipendenti), Mario Liberto (Cento e più idee per valorizzare le aree rurali. Finanziamenti, multifunzionalità e sistemi territoriali), Mariella Carrossino (Mangiare con gli occhi. Iconografie del cibo nell’arte), Domenico Monteforte (L’arte in cucina), Giuseppe Nocca (Cecubo. Dalle anfore da vino al vino in anfora), Morello Pecchioli (I frutti dimenticati. Conoscere e cucinare prodotti antichi, insoliti e curiosi), Michele Mirabella (Cantami o mouse), Gaetano Savatteri (Non c’è più la Sicilia di una volta), Carmine Abate (Il banchetto di nozze e altri sapori), Filippo Nicosia (Un’invincibile estate), Simone Bonini (Il gelato a modo mio – Tutto l’anno nella cucina di casa),Oscar Farinetti (Ricordiamoci il futuro), Livia Aymonino (La lunga notte di Adele in cucina), Daniela Mancini (Per distrazione), Beniamino Baleotti (Il re della sfoglia), Andrea Berton (Non è il solito brodo), Antonio Puzzi (Pizza. Una grande tradizione italiana), Eugenio Signoroni (Il piacere della birra. Viaggio nel mondo della bevanda più antica), Francesco Sottile (Agricoltura slow), Luciano Pignataro (La cucina napoletana), Gianpaolo Ghilardotti (Irresistibile salmone. Il buono e il bello di un pesce dal grande nord), Roberto Riccardi (La notte della rabbia). Spazio anche ai più giovani con l’area Food&Book Junior, che il sabato ospiterà laboratori creativi e inviti alla lettura a tema per bambini dai 5 ai 10 anni.
Evento speciale per le Fettuccine Alfredo, famose in tutto il mondo: Agra editrice presenterà il volume Le Fettuccine Alfredo, una storia d’amore, a cura di Clementina Pipola, cui seguirà la degustazione delle mitiche fettuccine preparate dallo chef Sergio Peri di Alfredo alla Scrofa di Roma, lo storico ristorante da cui tutto ebbe inizio.
L’ingresso alle Terme per Food&Book è gratuito ma è obbligatoria la registrazione. Per evitare lunghe file è consigliato registrarsi sul sito www.foodandbook.it dove sono segnalati tutti gli eventi del festival. Per i partecipanti che ne faranno richiesta, sempre attraverso il sito, sono attive delle convenzioni con hotel e ristoranti della zona, oltre alla possibilità di visite turistiche personalizzate nella Montecatini Liberty. Alcuni pullman con partenze da Roma saranno messi a disposizione gratuitamente per il fine settimana (maggiori info su www.leggeretutti.net).
Food&Book è un’iniziativa organizzata dall’Associazione Leggere Tutti in collaborazione con Agra Editrice, Comune di Montecatini Terme, Terme di Montecatini Spa, Istituto Alberghiero di Montecatini Terme, Slow Food.
https://www.foodandbook.it – ht
IN ITALIANO
STORIA DI ALFREDO DI LELIO, CREATORE DELLE “FETTUCCINE ALL’ALFREDO” (“FETTUCCINE ALFREDO”), E DELLA SUA TRADIZIONE FAMILIARE PRESSO IL RISTORANTE “IL VERO ALFREDO” (“ALFREDO DI ROMA”) IN PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE A ROMA
Con riferimento al Vostro articolo ho il piacere di raccontarVi la storia di mio nonno Alfredo Di Lelio, inventore delle note “fettuccine all’Alfredo” (“Fettuccine Alfredo”).
Alfredo Di Lelio, nato nel settembre del 1883 a Roma in Vicolo di Santa Maria in Trastevere, cominciò a lavorare fin da ragazzo nella piccola trattoria aperta da sua madre Angelina in Piazza Rosa, un piccolo slargo (scomparso intorno al 1910) che esisteva prima della costruzione della Galleria Colonna (ora Galleria Sordi).
Il 1908 fu un anno indimenticabile per Alfredo Di Lelio: nacque, infatti, suo figlio Armando e videro contemporaneamente la luce in tale trattoria di Piazza Rosa le sue “fettuccine”, divenute poi famose in tutto il mondo. Questa trattoria è “the birthplace of fettuccine all’Alfredo”.
Alfredo Di Lelio inventò le sue “fettuccine” per dare un ricostituente naturale, a base di burro e parmigiano, a sua moglie (e mia nonna) Ines, prostrata in seguito al parto del suo primogenito (mio padre Armando). Il piatto delle “fettuccine” fu un successo familiare prima ancora di diventare il piatto che rese noto e popolare Alfredo Di Lelio, personaggio con “i baffi all’Umberto” ed i calli alle mani a forza di mischiare le sue “fettuccine” davanti ai clienti sempre più numerosi.
Nel 1914, a seguito della chiusura di detta trattoria per la scomparsa di Piazza Rosa dovuta alla costruzione della Galleria Colonna, Alfredo Di Lelio decise di trasferirsi in un locale in via della scrofa a Roma, ove aprì il suo primo ristorante che gestì fino al 1943, per poi cedere l’attività a terzi estranei alla sua famiglia.
Ma l’assenza dalla scena gastronomica di Alfredo Di Lelio fu del tutto transitoria. Infatti nel 1950 riprese il controllo della sua tradizione familiare ed aprì, insieme al figlio Armando, il ristorante “Il Vero Alfredo” (noto all’estero anche come “Alfredo di Roma”) in Piazza Augusto Imperatore n.30 (cfr. il sito web di Il Vero Alfredo).
Con l’avvio del nuovo ristorante Alfredo Di Lelio ottenne un forte successo di pubblico e di clienti negli anni della “dolce vita”. Successo, che, tuttora, richiama nel ristorante un flusso continuo di turisti da ogni parte del mondo per assaggiare le famose “fettuccine all’Alfredo” al doppio burro da me servite, con l’impegno di continuare nel tempo la tradizione familiare dei miei cari maestri, nonno Alfredo, mio padre Armando e mio fratello Alfredo. In particolare le fettuccine sono servite ai clienti con 2 “posate d’oro”: una forchetta ed un cucchiaio d’oro regalati nel 1927 ad Alfredo dai due noti attori americani M. Pickford e D. Fairbanks (in segno di gratitudine per l’ospitalità).
Un aneddoto della vita di mio nonno. Alfredo fu un grande amico di Ettore Petrolini, che conobbe nei primi anni del 1900 in un incontro tra ragazzi del quartiere Trastevere (tra cui mio nonno) e ragazzi del Quartiere Monti (tra cui Petrolini). Fu proprio Petrolini che un giorno, già attore famoso, andando a trovare l’amico Alfredo, dopo averlo abbracciato, gli disse “Alfré adesso famme vede che sai fa”. Alfredo dopo essersi esibito nel suo tipico “show” che lo vedeva mischiare le fettuccine fumanti con le sue posate d’oro davanti ai clienti, si avvicinò al suo amico Ettore che commentò “meno male che non hai fatto l’attore perché posto per tutti e due nun c’era” e consigliò ad Alfredo di tappezzare le pareti del ristorante con le sue foto insieme ai clienti più famosi. Anche ciò fa parte del cuore della bella tradizione di famiglia che continuo a rendere sempre viva con affetto ed entusiasmo.
Desidero precisare che altri ristoranti “Alfredo” a Roma non appartengono e sono fuori dal mio brand di famiglia.
Vi informo che il Ristorante “Il Vero Alfredo” è presente nell’Albo dei “Negozi Storici di Eccellenza” del Comune di Roma Capitale.
Grata per la Vostra attenzione ed ospitalità nel Vostro interessante blog, cordiali saluti
Ines Di Lelio