Damiano Carrara, di origine lucchese, ma americano di adozione, è il nuovo giudice di Bake Off Italia e fin dalla sua prima comparsa in trasmissione ha subito conquistato il pubblico televisivo nonostante la severità dei suoi giudizi.
L’intervista
Iniziamo dalla fine: come arrivi a Bake Off Italia? Cosa ti ha spinto ad accettare?
In questo momento per me è importante capitalizzare il successo che il marchio mio e di mio fratello, Carrara Pastries, ha avuto in America. C’è un disegno di espansione, vogliamo allargarci, magari anche qua, e la televisione aiuta molto. E poi avevo anche voglia di tornare in Italia, che per me resta sempre il paese più bello del mondo.
Quando nasce la tua passione per il mondo della pasticceria?
Fin da giovane, sono stato meno precoce in questo di mio fratello, che ha iniziato ad impastare a 14 anni, ma sicuramente la cucina è sempre stata una cosa di famiglia. E poi a parte qualche breve esperienza, ho sempre lavorato nel mondo della ristorazione, in locali e ristoranti.
Giovanissimo ed hai raggiunto già importanti obiettivi, ma per farlo hai dovuto lasciare l’Italia
Sicuramente qua non ho avuto le opportunità che ho ottenuto altrove. Mi sentivo un po’ limitato, avevo voglia di rischiare, di giocare il tutto per tutto e mettere tutto me stesso in qualcosa di nuovo. Così me ne sono andato in Irlanda, senza nemmeno sapere l’inglese, a fare il barman e poi in California. È stata dura, ma sono contento di quella scelta.
Tra tradizione ed innovazione, quale è la strada da seguire in questo campo?
Credo che la tradizione, le proprie radici, la propria storia siano importantissime, così come essere sempre aggiornati su tutte le novità. Non c’è una scelta. Si tratta di avere sempre ben presenti da dove si viene e, nello stesso tempo, dove si vuole andare.
Quanto delle tradizioni culinarie della tua terra ti sei portato dietro e hai riusato?
Tutto, il successo di Carrara Pastries deriva anche dall’italianità che mettiamo in tutto quello che facciamo e dall’amore che gli americani hanno per i nostri dolci e la nostra pasticceria. Del resto anche il libro che ho scritto insieme a mio fratello si chiama “Dolce Italia”.
Un consiglio a chi vuole studiare quest’arte
Essere consapevoli che si tratta di una strada dove serve tanto impegno e bisogna fare tanti sacrifici per arrivare. E avere un po’ di coraggio, perché nella vita alle volte bisogna anche buttarsi.
Tu dovessi descriverti con una ricetta?
Direi il mio dolce preferito: la torta della nonna… Semplice, tipico della Toscana. Buono sempre.
Dopo Bake Off?
Dopo Bake Off Italia ci sarà la versione Junior. E poi l’apertura del terzo locale di Carrara Pastries.
Intervista di: Luca Ramacciotti