Un libro polifonico difficile da definire, affascinante da leggere.
Un saggio-viaggio personale che fa dialogare i grandi classici del passato con quelli del presente: una collezione d’insperati incontri.
Dalla A di Avalle alla Z di Zanzotto: un viaggio nell’alfabeto incarnato in persone; una collezione d’incontri che prendono la forma del dialogo reale o immaginario, del racconto, del ritratto, del viaggio. Appaiono così Vico Basile e Leopardi, insieme agli scrittori e poeti del Novecento, e ai pittori e agli attori e ai registi e ai preti e ai reporter e alle città (soprattutto l’amata Napoli). Un caleidoscopio di suoni dove la voce altrui si mescola a quella dell’autore.
All’inizio la scena è vuota. Nessuna speranza che gli incontri avvengano. Né uno né tanti. Sono ancora piuttosto giovane. Ho vissuto in città diverse. Sono nato in una e sono stato portato in altre. I primi incontri, quelli con i familiari e poi con gli amici, sono avvenuti nella naturalezza dell’inizio. Poi quell’inizio si è frantumato. Ci sono state nostalgie e sogni di ricomposizione. Ma, come si dice, il dado era tratto. È iniziato il lavoro del linguaggio. La scena non è stata più vuota. Di volta in volta sono arrivate persone e con loro parole e gesti e intonazioni. E ho capito che mi piaceva ascoltare la parola altrui; e che anzi quella parola spesso facevo in modo che venisse, la stimolavo ponendo domande. La “nessuna speranza” iniziale si è trasformata in una collezione d’incontri insperati. Ne è nato questo libro. E se doveste chiedermi che statuto abbia, non saprei rispondervi. Ci sono le voci degli interlocutori e c’è la mia voce. È un’opera composita e polifonica; e s’affida alla sequenza alfabetica per fare ordine. Da A a Z, come se A e Z (e tutte le altre lettere) fossero anch’esse persone personaggi parole con un corpo.
Silvio Perrella è nato a Palermo nel 1959. Da molti anni vive a Napoli e la città compare spesso nei suoi libri. È autore fra l’altro di Doppio scatto (Bompiani, 2015), Fino a Salgareda (Neri Pozza, 2015), Calvino (Laterza, 1999). Ha curato, oltre ai libri di molti altri autori, il “Meridiano” Mondadori dedicato a Raffaele La Capria. Firma da anni su “Il Mattino” la rubrica settimanale Il divano. Collabora con il programma Fahrenheit su Radio3.