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Conosciamo meglio Michele Cristoforetti

Il cantautore trentino Michele Cristoforetti sta promuovendo in radio il suo ultimo singolo “Sigaro Cubano” feat Maurizio Solieri, un brano  dal sound fresco e latino che accompagna un messaggio altrettanto solare: un inno alla positività, noi l’abbiamno intervistato per sapere qualcoasa di più…
Quali sono gli ingredienti per scegliere un singolo? 
Sicuramente il primo elemento che non può assolutamente mancare è l’incoscienza, per seconda l’immediatezza nel messaggio che deve arrivare e ovviamente personalità a non finire.
Cosa non deve mai mancare in un brano che ascolti e in uno che scrivi?
Il brano che ascolto deve mettermi a mio agio, deve farmi vibrare e deve e mettermi addosso il bisogno di conoscere chi stà dietro quell’idea.
Deve farmi pensare ad un a forma molto personale e bizzarra talvolta.
Nei miei brani devo sempre mettere qualche elemento predominante, tecnico, esecutivo o emozionale che sia, voglio che si pensi a qualcosa di molto identificativo, di intimo e spesso, di eccessivo.
A quali modelli musicali guardi?
I miei modelli non sono molti in realtà, molto definiti e chiari in compenso, come i pezzi che li distinguono.
Penso di essermi sempre ispirato ai grandi cantautori diretti e a volte scomodi di cui il nostro paese può esser fiero. In particolare : Fossati, Bertoli, De Andrè, Dalla, De Gregori.
Oltre a questi ho una profonda passione per i più grandi bluesman americani del secolo scorso.
Quali suggestioni contiene il tuo ultimo lavoro discografico?
Il mio ultimo lavoro, “Sigaro Cubano” credo sia il messaggio più chiaro ed elementare che abbia mai scritto.
Purtroppo o per fortuna son pienamente convinto, come sempre sostengo, che perdiamo troppo tempo dietro  miraggi a lunga scadenza che ci vengono piantati in testa, perdendo,  spesso, il concetto di felicità più naturale e semplice che abbiamo a disposizione. Invito quindi a cercare sapori forti in elementi piuttosto semplici, tutto qua!
Come si racconta il presente?
Il presente lo si racconta come uno crede di saperlo raccontare, non c’è una soluzione o un segreto, ognuno sà come fare, lo fa a modo proprio e questo è fantastico.
Credo che ogni artista debba avere un suo “indice di comunicazione”, è la cosa più importante da applicare alla propria forma d’arte.
Cosa vorresti per la tua musica?
Vorrei che la mia musica non mutasse nell’intenzione e nella dedizione, nel bisogno di farla e nell’emozione del proporla al pubblico.
Intervista di: Lucrezia Monti
Grafica Divina

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