Ponte alle Grazie inaugura il suo programma editoriale autunnale con un libro importante ed entusiasmante: Marco Martinelli, uomo di teatro apprezzatissimo (da Saviano a Gifuni, da Fofi a Polini, da Lagioia a Belpoliti), attraverso l’esperienza del Teatro delle Albe e quella della “non scuola”, racconta in Aristofane a Scampia come si possono strofinare insieme e far “far scintille” adolescenti da un lato, e grandi classici del teatro dall’altro: un libro che racconta il potenzialità immense del teatro, quando ha il coraggio di incontrare i giovani e le periferie dell’Impero. Venite a Sarzana (Festival della Mente, 4 settembre) e a Mantova (Festivaletteratura, 9-10 settembre) a vedere Marco all’opera!\r\n\r\n \r\n\r\nAUTORE OSPITE AL FESTIVAL DELLA MENTE\r\n\r\n2-4 settembre 2016\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMarco Martinelli\r\n\r\nin occasione del lancio di Aristofane a Scampia (Ponte alle Grazie)\r\n\r\nAUTORE A SARZANA disponibile per interviste\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nEvento 37, domenica ore 21,00, Campus I.I.S: Perentuccelli-Arzelà\r\n\r\nhttps://www.festivaldellamente.it/it/?p=7059\r\n\r\n \r\n\r\nAUTORE OSPITE AL FESTIVALETTERATURA\r\n\r\n7-11 settembre 2016\r\n\r\n \r\n\r\nMarco Martinelli\r\n\r\nautore di Aristofane a Scampia (Ponte alle Grazie)\r\n\r\nNOVITA’ IN USCITA\r\n\r\nAUTORE A MANTOVA disponibile per interviste\r\n\r\n \r\n\r\nvenerdì 9 settembre alle ore 15,00\r\n\r\ncon Magdalena Barile\r\n\r\npresso Sagrestia di San Barnaba\r\n\r\n \r\n\r\nsabato 10 settembre alle ore 10,00\r\n\r\nCentro Culturale Contardo Ferrini\r\n\r\nLaboratorio di Non-scuola\r\n\r\nCome far amare i classici agli adolescenti senza passare da scuola\r\n\r\nPonte alle Grazie\r\n\r\n \r\n\r\nIL LIBRO\r\n\r\nImmaginateveli, si, i vostri figli o alunni come se fossero degli asinelli, perché asini lo sono davvero – so bene che su questo punto siete d’accordo con me – ma immaginateli come asini turbolenti, pieni di paure e ombre, ma anche di desideri inconfessati, di passioni inespresse, affamati di vita, di ignoto, di sogni. Spesso a voi insegnanti e genitori nascondono questi sogni, se li tengono per loro, vi si rifugiano dentro come le talpe nelle loro gallerie sotterranee: è la loro tattica di sopravvivenza, non si palesano mai o quasi mai davanti ai vostri occhi come realmente sono. Dall’altra parte immaginate i testi antichi del teatro, i classici polverosi dai nomi impronunciabili: da Eschilo all’Aristofane che campeggia nel titolo di questo libro, da Plauto a Moliere a Shakespeare, fino ad Alfred Jarry, fino a Bertolt Brecht. Guardateli insieme, gli asini e i classici, i barbari e la biblioteca: niente di più lontano, dite voi? Avete ragione: un adolescente di oggi conosce tutti i tipi di iPhone, e sa smanettare su ogni\r\n\r\ntastiera elettronica, casomai si diverte a un concerto rock o navigando per ore in rete o guardando il calcio in televisione; che hanno a che fare con lui quei busti da museo, quelle barbe intimorenti e quella noia annunciata? Nulla. Gli asinelli e i classici sono legni che appartengono ad alberi lontanissimi tra loro, ai confini opposti della foresta, destinati a non incontrarsi. Ma se qualcuno fosse in grado di avvicinarli? Se avvicinandoli scoprisse che si possono sfregare insieme, fino a raggiungere una temperatura altissima, fino a far nascere, da quello sfregamento, una scintilla? Il miracolo del fuoco? Non e possibile, pensate voi. E possibile, vi rispondo io. E lo sto sperimentando da venticinque anni, questo sfregamento. Nel libro proverò a raccontarvelo.\r\n\r\nMarco Martinelli\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nL’AUTORE\r\n\r\nMarco Martinelli, nato a Ravenna, è tra i maggiori registi e drammaturghi del teatro italiano. Il ruolo che meglio lo descrive è quello di capo comico: le sue opere infatti – testi e spettacoli – nascono dall’interazione e dal rapporto di vicinanza con gli attori del Teatro delle Albe, fondato nel 1983 insieme a Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni. Venticinque anni fa , quasi per caso, ha dato vita alla Non scuola, un laboratorio teatrale per mettere in contatto i grandi classici del teatro con gli adolescenti e viceversa. In lui e nel teatro delle Albe, Claudio Meldolesi ha visto «un collettivo di irriducibili individualità»; mentre l’esperienza di “meticciato teatrale” tra attori italiani e senegalesi (da anni componente stabile della compagnia) è stata definita da Franco Quadri come «l’ultima riprova che la fabbrica del teatro africano è in Europa, come già ci avevano ammonito Genet e Brook». Ha vinto numerosi premi per i testi, la regia e il progetto Non scuola, che è stato vincitore del premio Ubu. Martinelli ha inoltre pubblicato scritti e articoli su numerose riviste: Lo Straniero, doppiozero.com, Vita.\r\n\r\n \r\n\r\nHANNO DETTO DI LUI:\r\n\r\nIl lavoro del Teatro delle Albe si apre a un’idea di comunità che attinge alle origini del teatro in Occidente. Una comunità in cui i più giovani sono chiamati a partecipare in prima persona, attraverso una non-scuola di formazione permanente alla vita e all’arte. Ma il lavoro di questa Compagnia straordinaria è prima di tutto un inno alla vita e alla luce!\r\n\r\nSonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni\r\n\r\nLa Non scuola a Napoli era il teatro vero, non un saggio di scuola, mi ha fatto sentire la gioia. Martinelli mi fa sentire che le lezioni di Danilo Dolci, Lorenzo Milani e Gianni Rodari servono ancora. Lui è uno di quei buoni maestri che possono cambiare la vita di un adolescente, come raccontava Pasolini.\r\n\r\nMarco Paolini\r\n\r\nMarco Martinelli è un regista abilissimo e geniale che riesce ad essere fedele al testo e a tradirlo come solo le rappresentazioni teatrali ben riuscite riescono a fare. Roberto Saviano\r\n\r\nSul piano pedagogico e sociale l’impresa delle Albe è di eccezionale rilievo ed esemplarità. E io sono convinto che lo è anche sul piano artistico.\r\n\r\nGoffredo Fofi\r\n\r\nUn modello di fare cultura (e teatro) che ha funzionato e funziona ancora molto bene.\r\n\r\nNicola Lagioia\r\n\r\nLa Non-scuola, una pratica teatral-pedagogica coltivata dal Teatro delle Albe fin dal 1991, che privilegia l’energia e la forza fisica della parola incarnata da una moltitudine di corpi, coro anarchico di bambini pieni di grazia e adolescenti sgraziati in bilico tra l’età dell’oro e l’età del grigio.\r\n\r\nCorriere della Sera