«Saranno le Dolomiti, viene in mente Buzzati, e sarà un puro caso alfabetico,\r\n\r\nma nel mio scaffale Righetto è accostato a Rigoni Stern.»\r\n\r\nCamillo Langone, Il Foglio\r\n\r\n \r\n\r\nCon una successione di quadri essenziali, vividi e intensi, Matteo Righetto ci racconta una storia interiore di sofferenza e redenzione,\r\n\r\namplificandola sullo sfondo imponente della montagna e unendo con particolare sensibilità\r\n\r\nil tempo veloce e frammentato dei cuori umani a quello eterno e luminoso delle vette.\r\n\r\nLuigi e Francesca sono partiti in un qualsiasi pomeriggio di giugno, hanno lasciato la città diretti verso le montagne, per rispondere a una vecchia domanda che ancora li tormenta. Molti anni prima Luigi e Francesca sono stati amici, fidanzati, coniugi, ma poi la loro vita insieme è finita, spezzata senza rimedio da un evento che li ha segnati per sempre. Oggi sono finalmente partiti perché soltanto lassù, forse, c’è la risposta a quella domanda che stringe loro la gola come un dolore primitivo. Durante il viaggio ricorderanno tutto, proveranno di nuovo a sorridersi e si prepareranno a un’escursione drammatica e bellissima, dolorosa ma necessaria, sulle rocce e dentro se stessi. Con una successione di quadri essenziali, vividi e intensi, Matteo Righetto ci racconta una storia interiore di sofferenza e redenzione, amplificandola sullo sfondo imponente della montagna e unendo con particolare sensibilità il tempo veloce e frammentato dei cuori umani a quello eterno e luminoso delle vette.\r\n\r\nMatteo Righetto è nato a Padova, nel 1972, dove insegna Lettere. Ha pubblicato Savana Padana (Zona 2009, poi TEA 2012), Bacchiglione Blues (Perdisa Pop 2011) e La pelle dell’orso (Guanda 2013), che è stato tradotto in inglese e in francese e sarà portato sugli schermi da Marco Paolini, per la regia di Marco Segato, nel corso del 2016.