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Un letto di ossa P.Cornwell

Di solito evito di leggere le recensioni e i commenti prima di postare il mio, ho fatto un’eccezione questa volta perché c’era qualcosa che non mi tornava e volevo verificare. Scopertona. Io non ho colto come la nostra Kay sia riuscita a collegare i cadaveri fra loro e poi al killer, altra gente non ha capito da dove sia saltato fuori il suddetto e altre simili amenità. Su una cosa però siamo tutti – o quasi – concordi, sul fatto che la Cornwell deve aver fatto quello che si chiama un contratto de fero con la Apple. Cioè va bene hai ricevuto una mail, ma francamente che tu la legga da un Iphone un Ipad un Iped o su un banalissimo LG a me va bene lo stesso, a lei no e per ogni mail sms o telefonata ricevuta ci spiega su quale meraviglioso dispositivo, arrivando al punto di infilare fra gli indizi su cui lavora l’ineffabile Lucy – sempre più ricca e sempre più border line – il modello di Iphone di una delle vittime. Un filo esagerato no? Non bastasse questo, scopriamo che il nuovo diavolo con tanto di corna e coda è Twitter. Ora io non so se in America abbiano un Twitter diverso o se lo usino in altro modo, ma francamente non ho trovato ancora nessuno che chatti con twitter, dipenderà dai followi? Mistero nel mistero. Quasi 100 pagine per il recupero di un corpo non sono proprio poche, e anche qui le descrizioni della barca e delle attrezzature sembra più un catalogo in cui necessariamente sono elencati i pregi e le meraviglie. Le autopsie che nei primi romanzi erano uno dei punti di forza, affascinanti e precise, adesso sono un lungo e noioso elenco di sostanze chimiche e loro reazioni, di descrizioni ultraprecise – si suppone – di macchinari sempre più sofisticati e del loro utilizzo dentro e fuori le sale autoptiche. Non si pesa più un fegato a morire e in sovrappiù mi prende anche in giro Quincy, ve lo ricordate? E questo non si fa. Sorvolo sulle gelosie presumibilmente dovute ad andropausa e menopausa di Benton e signora, che trovano comunque giovani, perlopiù vagamente psicopatici, che bramano i loro corpi. Insomma un’altra delusione anche se meno cocente delle precedenti.\r\n\r\nArticolo di: Carla Colledan

Grafica Divina

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