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Conosciamo meglio l’associazione NOA Pet-Therapy

Forse non tutti sanno che ci sono associazioni in Italia che si occupano con passione e competenza del rapporto tra uomini e animali, tanto da fare di quel rapporto uno strumento terapeutico da mettere al servizio di tante realtà sociali che ne traggono aiuto. Dai bambini nelle scuole, agli anziani ospiti presso strutture di cura, ai pazienti degli ospedali spesso sottoposti a cure stressanti.\r\n\r\nPer saperne di più abbiamo incontrato la Dott.ssa Monia Isidori, che opera da diversi anni con l’associazione NOA Pet-Therapy\r\n\r\n \r\n

Sotto quale spinta nasce l’Associazione NOA Pet-\r\nTherapy? Con quali finalità?

Grafica Divina

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\r\nL’associazione Noa Pet Therapy nasce nel 2005, con l’intento di  diffondere e promuovere l’importanza della relazione uomo – animale – ambiente attraverso l’attuazione di progetti\r\ndi zooantropologia didattica e assistenziale (la cosidetta Pet therapy), educazione cinofila ed educazione ambientale, nonché l’organizzazione di conferenze ed incontri volti a sensibilizzare la\r\ncittadinanza al valore degli animali.La relazione con l’animale da compagnia, in una società competitiva e sempre più alienante rispetto all’inserimento sociale di soggetti più fragili, funge da importante fonte di gratificazione personale, serenità, affetto e fedeltà ed ha il potere di arginare nei loro partner umani la negativa presenza dell’ansia da prestazione o  la schiacciante sensazione di sentirsi inutili.\r\n\r\n\r\nDi pet therapy si sente parlare sempre più spesso, anche dai mezzi di\r\ninformazione. Se ne parla correttamente?\r\n\r\nPurtroppo nel nostro panorama legislativo la formazione e la pratica della pet therapy, quale co-\r\nterapia, non è contemplata in maniera chiara e strutturata, per cui sorgono forme talvolta improvvisate e riduttive della pet therapy, che prevede invece un percorso continuo e complesso di formazione per i Terapisti e i loro partner a quattrozampe. Spesso si pensa alla pet-therapy semplicemente come un momento ludico in cui il cane incontra il paziente, che trae piacere dal contatto con lui. Quella ludica o epimeletica è solamente una delle componenti del percorso di pet\r\ntherapy, che può essere guidato al perseguimento di obiettivi cognitivi, sociali, emotivi, comportamentali importanti e differenti da paziente a paziente, individuando per ognuno un percorso individualizzato.\r\n\r\nCos’è la pet therapy per l’associazione NOA Pet-Therapy?

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\r\nInnanzitutto è una passione!Per gli animali, per le persone che vivono situazioni di disagio, e per le potenzialità che la relazione con l’animale può loro apportare. Ciascuna delle Terapiste\r\ndell’Associazione ha una sua professione, e svolge l’attività di pet therapy principalmente per passione. Questo logicamente non significa che l’attività non sia basata su un costante percorso di formazione, che garantisce un approccio altamente professionale, ma piuttosto che,al di là della competenza acquisita, la Pet Therapy rimane per noi principalmente un’occasione di piacere!\r\n\r\nQuanto conta la presenza degli animali nei progetti a cui lavorate?

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\r\nGli animali che collaborano con noi sono i nostri cani, che insieme al proprio conduttore svolgono\r\nun impegnativo percorso di formazione e che solo al positivo superamento di un esame finale possono accompagnarci nei progetti.\r\nL’animale ha un ruolo fondamentale, come attivatore di dimensioni relazionali uniche, che solo lui sa proporre al paziente. Molto spesso il cane apre porte che noi non saremmo riusciti a varcare,\r\npermettendoci di entrare in relazione con pazienti che altrimenti non avremmo agganciato.\r\nE’ però altresì importante , prima di permettere al cane l’incontro col paziente, lavorare sulla costruzione del corretto rapporto con l’animale, proponendo delle sedute “referenziali” (in\r\nassenza del cane), che hanno lo scopo di preparae la persona al contatto, di modo da rendere significativa la relazione.\r\n\r\nE a proposito di progetti, di cosa vi occupate attualmente?

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\r\nIn questo momento l’Associazione sta portando avanti l’importante progetto di Pet Therapy\r\nal reparto oncologico dell’ospedale di Macerata, che prese il via il 19marzo del 2008 e che oggi rimane l’unica esperienza del genere, per qualità e durata, nel panorama oncologico italiano. Siamo presenti con terapiste e cani nel reparto tutti i martedì e mercoledì, affiancando i pazienti che svolgono la chemioterapia. In concomitanza, svolgiamo progetti presso le scuole di ogni ordine e grado del maceratese, fermano ed anconetano, proponendo progetti di zooantropologia didattica\r\ne nelle diverse strutture socio-sanitarie presenti nel nostro territorio, con pazienti che vivono condizioni di disagio e difficoltà.\r\n\r\n\r\nC’è un aneddoto che vi piace ricordare?

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\r\nNel gratificante percorso svolto dall’Associazione in questi anni, di episodi piacevoli e sorprendenti ne sono accaduti molti, dai bambini che apparentemente si mostrano coraggiosi e spavaldi e che invece appaiono intimoriti davanti al cane, a vantaggio dei loro compagni meno esuberanti e magari più emarginati, che nel momento dell’incontro con l’animale si mostrano capaci e competenti, guadagnandosi un ruolo diverso nel gruppo classe; ai pazienti dell’oncologia che ci attendono con l’aspettativa di incontrare Brenda, Zoe o Lilli, e di trascorrere le ore della chemioterapia senza pensare ogni momento alla medicina che scorre nelle loro flebo. Ci sono epoisodi che ci commuovono e ci toccano, e ognuna di noi li porta con sè, come conferma delle corde speciali che\r\nl’animale, accettante e limpido per natura, sa toccare.

\r\nIntervista di: Cinzia Ciarmatori

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