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Due chiacchiere con… Elena Torre al debutto in teatro

Incontriamo Elena Torre, giornalista, poliedrica autrice di romanzi, racconti e adesso anche testi teatrali. Alla vigilia del debutto dello spettacolo teatrale Il cuore in bocca voluto dalla cantautrice marchigiana Lighea cerchiamo di conoscerla meglio.

Partiamo da te e dalla tua città, Viareggio, che è anche lo sfondo dei delitti cui vanno indagando Puccinelli e Biagini. Aver macchiato con così tanto sangue una ridente cittadina conosciuta per le sue spiagge e il Carnevale, per la solarità e l’ilarità, non ti fa sentire un po’ in colpa?

Grafica Divina

In effetti ci ho pensato credimi, ma ritengo che parlare di una città sia comunque renderle omaggio. Io sono molto legata alla mia terra, a Viareggio e le sue mille contraddizioni e non potevo immaginare altra ambientazione per le avventure del Commissario Biagini, anche perché la conoscenza dell’ambientazione di una storia è per me fondamentale. Anna Marani la co-autrice dei miei ultimi due libri ha abitato in Versilia per alcuni anni ed ha accettato di buon grado la mia richiesta. Effettivamente abbiamo sporcato questo splendido fazzoletto di terra con tanti atroci delitti e solo dopo aver parlato con l’assessore al Turismo del comune di Viareggio mi sono sentita con la coscienza apposto. In ogni modo, delitti a parte, mi sembra di averla descritta per com’è: bella e inquieta.

Poco dopo l’uscita del primo libro a quattro mani, Erode e la psicopatia dell’allenamento, Viareggio è stata colpita dal grave disastro ferroviario del 29 giugno 2009. Per questo tu ed Anna avete deciso di dare l’incasso derivato dalla vendita dei libri alla Croce Verde di Viareggio affinché potessero provvedere all’acquisto dei mezzi andati perduti.

Oggi, a 15 mesi di distanza, che cosa resta nel cuore dei viareggini di questa vicenda?

Viareggio non dimentica, Viareggio continua ad attendere giustizia per quelle vite che potevano essere risparmiate. Lo fa con dignità e fermezza, senza lasciar cadere l’attenzione, senza abbassare la guardia. Abbiamo bisogno di risposte, di responsabili con cui confrontarsi perché è inaccettabile pensare di andare a letto tranquillamente e d’un tratto ritrovarsi in un inferno di fuoco che tutto divora. Anna ed io abbiamo contribuito in minima parte al grandissimo moto di solidarietà che in modo naturale, come lo è stato per noi e per la Romano Editore, ed abbiamo voluto devolvere quanto siamo riuscite a mettere insieme a chi nell’immediato aveva necessità. La Croce Verde ha perso praticamente tutti i mezzi di soccorso che erano nel garage che riempitosi di gpl è scoppiato, con la doppia difficoltà della perdita e dell’impossibilità di poter prestare soccorso. È diventato il simbolo stesso della città attorno a cui tutti si sono stretti.

Quando hai cominciato a scrivere eri già sicura che quella sarebbe stata la tua strada?

La scrittura come mezzo per portare fuori da me storie, fatti ed emozioni è sempre stata un’alleata preziosa. Una volta sulla pagina quello che mi accadeva prendeva una distanza tale che mi permetteva di inquadrare meglio tutto. Scrivere era un’esigenza, spesso un’urgenza. Poi da esigenza si è trasformata in abitudine, in compagnia, così preferivo inventare storie piuttosto che guardarne di già pronte in televisione, anche perché ho sempre trovato il momento della nascita di una storia o di un personaggio un istante sacro, intimo, bello al quale difficilmente volevo rinunciare. È chiaro che dopo aver messo giù storie e racconti viene naturale condividerli con qualcuno, i veri primi lettori sono stati genitori, amici e parenti e proprio loro mi hanno spronata a far conoscere le mie storie fuori dalla mia camera e così ho fatto.

Sia in Erode e la psicopatia dell’allenamento che ne L’Eroe il rapporto tra Forze dell’Ordine e giornalisti è di conflitto/complicità, quasi in funzione di quanto può essere opportuno o meno avere i giornalisti tra i piedi. Da giornalista che cosa puoi dirci di quello che avviene a proposito nella realtà?

Raccontare la realtà è molto difficile, anche perché la verità ha un caratteraccio, tende sempre a farsi vedere da un lato poi dall’altro e infine da un terzo, tanto che spesso sembra che ci siano più verità. Un giornalista dovrebbe essere più distaccato possibile e fare del suo meglio per raccontare i fatti per quelli che sono, ma non è semplice. I giornalisti di inchiesta sono sempre più rari e spesso messi in difficoltà. Anna ed io abbiamo raccontato di collaborazioni e complicità perché riteniamo che nella realtà sia così, o meglio lo speriamo visto che ultimamente non amo l’atteggiamento di molte televisioni e giornali che fanno delle miserie umane e del dolore un carosello mediatico volto unicamente alla spettacolarizzazione dei casi più cruenti per aumentare le tirature o gli indici d’ascolto. Non potrò scordarmi all’indomani di una strage, un giornalista del tg1 che ringraziava i telespettatori per aver battuto ogni record di ascolto. L’ho trovato di cattivo gusto.

Hai mai pensato ad un adattamento televisivo delle vicende di Biagini e Puccinelli?

Certo che ci ho pensato… soprattutto dopo aver visto la fioritura di serial televisivi con protagonisti in divisa. Sarei ben felice di poter scrivere per sceneggiati o serie tv ci mancherebbe, e se ci fosse da parte delle produzioni interesse in tal senso ne sarei più che felice e Anna con me. Se Erode o L’Eroe finissero nelle mani giuste…

Elena, ancor prima che una scrittrice sei una lettrice onnivora e hai avuto anche la fortuna di intervistare numerosi scrittori di rilevante importanza nel panorama letterario internazionale grazie alla tua collaborazione con Mangialibri.com. Quale è stato per te l’incontro più significativo? E quello più divertente?

Il più significativo per me senza alcuna ombra di dubbio quello con lo scrittore statunitense Michael Cunningham, premio Pulitzer per Le Ore, libro che ho amato moltissimo. Ho avuto la possibilità di intervistarlo due volte e devo dire che è una persona splendida oltre che un intellettuale molto preparato. Ci siamo concessi una lunga chiacchierata prima di assistere alla sua Lectio Magistralis a Firenze in occasione del Premio Von Rezzori e ne sono rimasta conquistata. La più divertente direi quella con l’imprevedibile Chuck Palahniuk durante una passata edizione del Festival della Letteratura di Mantova, l’abbiamo fatta passeggiando per la città, lui aveva dei fiori in testa era vestito in modo stranissimo e firmava libri in continuazione ciononostante siamo riusciti a fare un’intervista molto professionale 😉

Il cuore in bocca, lo spettacolo teatrale che a breve debutterà nelle Marche e per il quale tu hai scritto i testi, affronterà temi delicati come la violenza sulle donne. Come è stato cimentarsi in un nuovo di tipo di scrittura come quella teatrale?

È stato bello ed entusiasmante, Lighea ha ideato e fortemente voluto questo spettacolo dopo essere diventata testimonial per la Regione Marche con la canzone Miele e veleno, un pezzo che parlava proprio di questo delicato e attualissimo tema. Il fatto che abbia chiesto a me di scrivere i testi dello spettacolo mi ha piacevolmente colta di sorpresa, nonostante ci fosse già tra noi una forte amicizia e un rispetto per le cose che facciamo. Scrivere per lei è stato molto bello, ha selezionato un buon numero di pezzi suoi e non in una scaletta ideale legata da un filo rosso, quello della violenza (sia sociale che familiare o gratuita). A me ha chiesto ‘solamente’ di creare dei monologhi in pieno stile teatro-canzone (che conosco e amo) che continuassero in qualche modo il discorso iniziato con la canzone e portassero alla successiva. Un bella sfida non c’è che dire, una sfida che spero possa portare in teatro molte persone perché di certi temi se ne parla ancora troppo poco. Scrivendo questo spettacolo siamo entrate in contatto con molte realtà che fanno veramente riflettere. Oltre a Lighea sul palco anche gli attori Daniela Amato e Paolo Camilli di Improvvivo diretti dall’ottimo Stefano de Bernardin. Sentire le parole scritte prendere vita dagli attori è stata una delle emozioni più forti di questi ultimi anni. Debutteremo al Teatro Pagani di Monterubbiano il prossimo 25 novembre nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Tutte le informazioni relative allo spettacolo compreso il calendario aggiornato delle date lo trovate su www.lighea.it e www.elenatorre.it e sulle relative pagine di Facebook

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