Drusilla Foer in “Venere Nemica”. Dal 16 al 19 gennaio 2025, avremo il piacere di rivedere Drusilla Foer sul palco del Teatro Manzoni di Milano in questa nuova pièce scritta dalla stessa Foer con Giancarlo Marinelli.
Dopo il grande successo riscosso con “Eleganzissima”; recital tenutosi anche al Teatro Manzoni, Drusilla Foer ritorna in scena portando questa sua seconda prova autorile da lei stessa interpretata e con la partecipazione di Elena Talenti; cantante e attrice di musical di successo come “Sister act”, che con la sua presenza sobria ed incisiva arricchisce la scena e completa il ritratto della protagonista.
Ispirata alla favola di Apuleio “Amore e Psiche”, Venere Nemica, per la regia di Dimitri Milopulos, è un’opera di prosa teatrale supportata da musica cantata dal vivo, con un repertorio inaspettato, intenso e crudele, a tratti musical. Scritta da Drusilla Foer (come già detto), che ha messo a punto la drammaturgia, “Venere Nemica” rilegge il Mito Venere in modo divertente e commovente, in bilico tra tragedia e commedia, declinando i grandi temi del Classico nella contemporaneità: la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna nei confronti dei figli, il conflitto secolare fra uomini e Dei. Gli archetipi affrontati nel testo si rivelano di grande un’attualità resa ancora più evidente dal trasparire della personalità spiccata dell’interprete, nel ruolo della Dea, ora vivente fra gli umani mortali.
Venere, Dea della bellezza e dell’amore esiste ancora. Creatura immortale, l’antica Dea vive oggi lontano dall’Olimpo e dai suoi parenti, immaturi, vendicativi, capricciosi, prigionieri come lei stessa nell’eterna bolla di tempo che è l’immortalità. Ha trovato casa a Parigi, fra gli uomini, di cui teneramente invidia la mortalità, che li costringe all’urgenza di vivere emozioni, esperienze e sentimenti. Finalmente Venere può permettersi di essere imperfetta tra gli umani.
Finalmente Venere può vivere nell’imperfezione così come gli umani, godendo delle debolezze umane come la moda e il lusso; cosa non da poco per un’eroina immortale.
“Immaginate la mia gioia. Una dea, condannata a vivere nell’eterna umidità del mare, scoprire l’esistenza della messa in piega!”.
Grazie al rapporto con la sua misteriosa e inseparabile cameriera, bellissima, Venere, quasi per gioco, nel momento in cui gli uomini non credono più agli dei ma agli eroi, ripiomba nel passato: nella storia di Amore, il figlio ingrato e disobbediente, e Psiche, sulla quale Venere – da suocera nemica- riversa tutto il suo rancore di Dea frustrata e di Madre tradita. Ma paradossalmente anche per una Dea, attraverso sofferenze e debolezze umane Venere insieme all’odio scoprirà l’amore; un amore diverso imperfetto e profondamente umano, (… Io che sono sempre stata la mia sola priorità), l’amore infinito e incondizionato per quel figlio ferito che, in fuga dall’amata, torna da sua madre per curare le ferite del corpo e dell’anima.
In definitiva “Venere nemica” presenta l’immagine di una Dea più umana, fragile ed imperfetta, una creatura spogliata dell’immortalità e lontana dalla solita aura divina; una creatura vulnerabile che però riscopre attraverso questa condizione la sua mai tramontata immortalità.
la Foer interpreta una madre divorata dal rancore e dalla possessività nei confronti del figlio, sentendosi tradita da Psiche, rivale terrena della sua perfezione divina. Ma ciò che colpisce è come, attraverso sofferenze e debolezze umane, Venere giunga a provare un amore diverso, imperfetto e incondizionato, profondamente umano.
Articolo di Ugo negrini