Volare con le pinne è un documentario sull’artista Alzek Misheff, ma forse definirlo documentario può essere riduttivo. Siamo di fronte a quello che è un tributo alla vita dell’artista, alle sue opere e alla sua visione unica. Misheff ha dedicato una vita intera a imprimere il suo pensiero e la sua creatività nella sua arte, e Volare con le pinne mette al centro proprio il suo immenso percorso. Osservando questo documentario si può notare come “vita” e “arte” siano per certi versi una stessa linea, che a volte si biforca, prendendo due direzioni apparentemente diverse, ma che prima o poi finiscono per tornare a unirsi di nuovo. Un concetto che potrebbe apparire complesso, ma che è perfettamente in linea con un nuovo che nella sua vita non ha accettato compromessi creativi di nessun genere.
Misheff viene da molti considerato un pioniere, e Maria Averina, regista di Volare con le pinne, sposa pienamente questa visione. Le sue radici sono in Bulgaria, e ha passato buona parte della sua vita in Italia: sono questi due Paesi ad aver contribuito, in maniera diversa l’uno dall’altro, a renderlo l’artista che è. Due mondi, tante differenze, una sola sintesi: quella operata da Misheff.
Averina tutto questo non lo dimentica neanche per un istante, con una regia sensibile e al tempo stesso molto rispettosa, in grado di cogliere nel profondo la vitalità e l’energia che fin dai suoi inizi caratterizzano Misheff. Il documentario non celebra solamente l’artista, ma anche e soprattutto la sua arte, visto anche il messaggio di libertà creativa che contiene ogni sua singola opera.
Se si vuole davvero celebrare un artista come Misheff non ci si può limitare ai racconti, ma è necessario andare oltre, proponendo al pubblico anche delle immagini dell’epoca. Il materiale d’archivio serve per trasformare le parole degli intervistati in qualcosa di più concreto. La documentazione storica fa sì che Volare con le pinne non sia una celebrazione fine a se stessa, trasformandola in una analisi e in una retrospettiva che porta lo spettatore a conoscere qualcosa di diverso dal Misheff Artista. L’uomo si svela, offrendo agli spettatori uno sguardo privilegiato alla creatività che permette all’arte di diventare reale.
L’arte è ovviamente centrale in Volare con le pinne, ed è interessante come Averina ce la mostri come un costante dialogo che si snoda tra passato e presente. Un simile rapporto tra ieri e oggi aiuta a dare al pubblico l’idea che Misheff sia un artista pronto a reinventarsi, a cambiare se stesso, a non restare ancorato al “prima”. Tutto ciò porta all’innovazione, a quella novità in campo artistico che ha caratterizzato l’intero percorso di Misheff.
In questa recensione mi sono concentrato molto sulla celebrazione che si fa dell’artista, ma l’aspetto emotivo non serve di certo a nascondere qualche mancanza dal lato tecnico. L’ottima regia di Averina si unisce a un valido lavoro sia nel montaggio, sia nella composizione della colonna sonora.
Se amate l’arte, e se siete alla ricerca di un documentario intenso, Volare con le pinne è ciò che fa per voi. L’essenza di Misheff emerge nel migliore dei modi: attraverso l’arte che racconta l’arte.
Il film sarà presentato il 26 novembre alla Casa del Cinema di Roma