Greta Cominelli è nata il 16 ottobre 1987 a Brescia. Sin da bambina prende lezioni di danza, teatro e studia canto e interpretazione vocale in diverse scuole. Raggiunge le prime posizioni in diversi contest canori, tra i quali: “Festival del Garda 2002”, “Hit Festival di Saint-Vincent 2005/2006″, “Festival di Ghedi” e supera le selezioni per “L’Accademia della Canzone di Sanremo 2002/2003”, “Festival 2008 di Castrocaro Terme”, “Amici di Maria De Filippi”, “X Factor”, “Gardaland Park”, “Movieland Park”. Nel 2008 canta la sigla d’apertura della triangolare di calcio “Brescia c’è! Con Nazionale Italiana Cantanti” presso lo Stadio M. Rigamonti (BS) e dall’età di 18 anni si esibisce come solista, corista e performer live in diversi contesti artistici professionali. Dal 2020 canta in acustico con il chitarrista Renato Caruso con il quale lavora al suo primo progetto discografico. L’Ep “Tra Marte e Venere” esce il 21 giugno 2022 con il singolo “Sirena in un secchio di vernice”. Nello stesso anno si esibisce a Gardaland Park in occasione dell’Oktoberfest e il giornalista Michele Neri include la sua biografia e i riferimenti dell’Ep nelle schede dedicate al cantautorato italiano contemporaneo del libro “Cantautori e Cantautrici del nuovo millennio. Il dizionario”, edito da Iacobellieditore. Nel 2023 Greta propone le proprie canzoni alla “BAM Brescia Art Marathon” e al “Wonderful Sila Festival” in Calabria, condividendo la serata con i Boomdabash, Andy & Saturnino, Pierdavide Carone, Eman, Maninni e altri artisti locali mentre nel 2024 canta al “Cremona Musica International Exhibitions” e presso “PassaParola”, associazione di cultura italiana a Marsiglia. Il 7 novembre esce il suo secondo Ep di inediti dal sapore Vintage “Luce ribelle dell’alba”, attraverso il quale è ancora protagonista sia in qualità di cantante che autrice dei testi.
1.Greta Cominelli a tua carriera è ricca di esperienze che spaziano dalla danza al canto fino al teatro. In che modo queste influenze hanno contribuito a definire il tuo stile musicale e la tua visione artistica in “Luce ribelle dell’alba”?
Sin da bambina sono sempre stata affascinata dalla musica e da ciò che ne esalta le caratteristiche sino a renderla ancor più intensa e potente perché sentivo un coinvolgimento emotivo significativo tanto da suscitarmi entusiasmo, riflessione e creatività. Personalmente, penso che l’atto artistico di un cantante non possa limitarsi a interpretare al meglio un brano… io credo che il corpo debba partecipare all’esperienza e con esso anche l’utilizzo dello spazio. Solo in questo modo l’interpretazione è totalmente viva, completa, densa di significato e credibile. Mi piace pensare al palcoscenico come ad una preziosa opportunità di viaggio interiore e connessione con l’altro, di evasione, creazione di una realtà o di una fantasia dove mostrare davvero chi siamo… puoi decidere cosa e come comunicare e ogni dettaglio, ogni movimento, il trucco, il costume racconta ciò che hai dentro. Il canto, la danza, il teatro, la scrittura, la fotografia mi hanno insegnato a scoprire e a raccontare chi sono e per questo sono loro molto grata. Volevo che “Luce ribelle dell’alba” narrasse il più possibile di me e delle mie buone intenzioni attraverso ogni sfumatura e fosse l’opportunità per trasmettere a chi mi ascolta tutta la mia passione per l’arte.
2.Negli ultimi anni hai portato la tua musica su palchi molto diversi, dalla “BAM Brescia Art Marathon” al “Wonderful Sila Festival” fino a Gardaland. Come queste esibizioni hanno arricchito il tuo modo di esprimerti e comunicare con il pubblico?
Esibizioni in contesti artistici diversi danno modo di sperimentare sé stessi, conoscersi maggiormente, imparare qualcosa di nuovo e donare una diversa parte di sé al pubblico. Stare sempre negli stessi panni non fortifica l’essere umano, la “comfort zone” sicuramente non solletica fantasia e nuovi stimoli.
La “BAM Brescia Art Marathon” mi ha però dato modo di cantare ad un pubblico a me caro, la gente della mia città, e di avere come collaboratori amici con tanta professionalità e cuore. Lo scambio che ne è derivato è stato affettuoso da ambo le parti.
Il “Wonderful Sila Festival” è stato un palco inaspettato ed emozionante in modo diverso… ha testato la mia fermezza interiore perché cantare nello stesso contesto di artisti già noti, ti dà molta adrenalina e una particolare sensazione di competitività verso te stessa. Devo però dire che il pubblico di Crotone ha riservato molto calore e rispetto a tutti e questo credo racconti da sé un territorio, la mia amata Calabria, con un’umanità speciale.
Le esibizioni dell’Oktoberfest a “Gardaland Park” invece, profumano di ricordi e di un piccolo sogno avverato… Purtroppo, tempo fa non c’erano molti soldi a casa e in quella sera d’estate in cui sono stata a Gardaland per l’unica volta da bambina, ricordo che oltre alle attrazioni, mi avevano completamente rapita le parate lungo le vie del parco, gli strabilianti giochi di luci, gli spettacoli con ballerini, i costumi e il meraviglioso teatro. Da quel momento, chissà cosa la mia testa aveva elaborato… sognavo di potermi esibire nel cuore di quella magia e così, un giorno d’autunno, anche sfidando la significativa instabilità metereologica del periodo, sono riuscita a realizzare questo sogno cantando per una moltitudine di turisti che hanno ballato in un clima di grande festa. La cosa si commenta da sé… <3
3.Greta Cominelli quali delle tue esperienze precedenti hanno influenzato la tua carriera musicale e la creazione del secondo EP?
La mia vita… ogni cosa ha plasmato il mio percorso musicale ma più di tutte la sensazione di compiutezza che avverto quando sono sul palcoscenico, la relazione d’amore che ho con questo mestiere che va fatto per prima cosa se hai davvero bisogno di esprimere te stesso,
Connetterti agli altri ed essere creativo indipendentemente dai numeri, dalle classifiche e tutto ciò che ne consegue.
Con “Luce ribelle dell’alba” ho voluto, nel mio piccolo, trasmettere un po’ di riflessione, bellezza e speranza, ribellione positiva, tenacia… perché nel mio percorso come persona, fino ad oggi, ho notato troppo disincanto e fragilità nel mondo. Penso che l’arte abbia il dovere di sostenere l’anima delle persone, Dio è dove lo vuoi vedere…
Grazie a Greta Cominelli!