Home Da conoscere Giovanni Nuti si racconta in questa intervista

Giovanni Nuti si racconta in questa intervista

GIOVANNI NUTI, compositore e interprete, è stato legato ad Alda Merini in un sodalizio durato 16 anni che la poetessa chiamava “matrimonio artistico” e da cui sono nati spettacoli e molte canzoni. Ha collaborato e calcato il palcoscenico “nel nome di Alda Merini” anche con Milva, Valentina Cortese, Lucia Bosè, Monica Guerritore e Carla Fracci. Giovanni Nuti ha composto e interpretato anche “Lirica antica”, la canzone originale della colonna sonora del film “Folle d’amore – Alda Merini” con la regia di Roberto Faenza, trasmesso su Rai1 a marzo 2024.

Come hai scelto i brani da includere nello spettacolo?

Grafica Divina

Mi sono lasciato guidare, nella scelta dei versi da musicare, dalla forza evocativa delle parole di Alda Merini e Giorgio Manganelli. Ho selezionato poesie che risuonassero con la mia sensibilità, in modo da creare una sinergia tra musica e parole. E ho cercato di raccontare l’amore che li ha uniti, un rapporto tormentato ma molto proficuo per entrambi.

Ci sono dei temi ricorrenti che hai voluto evidenziare?

Sì, ci sono sicuramente temi ricorrenti che emergono con forza dalle opere di Alda Merini e Giorgio Manganelli, e che sono centrali anche nello spettacolo. Prima di tutto la follia, intesa come esperienza di sofferenza e marginalità ma anche come luogo di una profonda e unica comprensione della realtà.

Un altro tema fondamentale è forse quello della libertà interiore, legata all’accettazione delle proprie ombre e dei propri limiti. Entrambi esplorano il confine tra ciò che è considerato “normale” e “anormale”, e celebrano la singolarità di ogni individuo, anche quando questa risulta scomoda o dolorosa.

Qual è stata la sfida più grande nell’adattare le loro opere in forma musicale?

La sfida è sempre quella di mantenere intatta l’intensità delle parole, trasportando però il loro significato in un linguaggio musicale che ne amplifichi il senso senza snaturarlo. È sempre un delicato equilibrio tra rispetto e creatività. Ma per me musicare un testo poetico è sempre un processo creativo molto naturale, non c’è sforzo. O scatta subito qualcosa o non scatta.

Puoi raccontarci qualche aneddoto interessante legato alla preparazione?

Alda Merini mi diceva che per musicare un poeta bisogna conoscerlo nella quotidianità. Non avendo mai incontrato Giorgio Manganelli, sono ricorso ai racconti di sua figlia Lietta che mi ha narrato molti episodi inediti e mi ha dato molte indicazioni per comprendere profondamente la sua personalità. Questo mi ha aiutato molto anche nel comprendere meglio le sue poesie che sono surreali, bizzarre, ironiche.

Articolo di: Ugo Negrini

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.