Home Da conoscere Missincat si racconta in questa intervista

Missincat si racconta in questa intervista

Missincat, cantautrice italiana trapiantata a Berlino, ha appena pubblicato il suo ultimo album, Earthling, una raccolta che esplora l’umanità con un distacco quasi extraterrestre, catturandone le sfumature più intime e universali. Con uno stile minimalista e onirico, Missincat fonde beat elettronici e strumenti acustici, coinvolgendo collaboratori come Alexia Peniguel e Anton Líni per arricchire il suo progetto sonoro e portare nuove prospettive nel suo mondo musicale.

“Earthling” esplora l’umanità da una prospettiva aliena. Cosa ti ha ispirato a utilizzare questo punto di vista per raccontare le dinamiche umane?

Grafica Divina


Finito il disco ero alla ricerca di una prospettiva che mi permettesse di guardare al mio lavoro con una certa distanza e ho iniziato ad immaginarmi di allontanarmi al punto di vedere l’umanità in relazione all’universo. E ho capito quanto le dinamiche umane siano tanto preziose, quanto insignificanti.

L’album sembra voler osservare gli esseri umani da lontano, evidenziandone sogni, desideri e vulnerabilità. Quali aspetti delle emozioni umane hai trovato più affascinanti o difficili da raccontare?

Scrivere canzoni è un mezzo molto valido per elaborare emozioni e relazioni in modo libero. Che rende facile raccontarle.

Hai collaborato con Alexia Peniguel per la scrittura di alcuni testi e con Anton Líni per la produzione di alcuni brani. Come è stato lavorare con loro e in che modo le collaborazioni hanno influenzato il sound e i testi dell’album?


In questo disco ho tenuto da sola le redini della produzione, quindi ho sentito la necessità di far entrare nel processo creativo dei collaboratori per non finire a fare tutto da sola! 🙂
La collaborazione arricchisce immensamente un’opera, è stato molto piacevole condividere il lavoro sui testi con Alexia e vedere dove due menti in sinergia sono in grado di arrivare. Così come il tocco sonoro dai toni cristallini di Anton ha aggiunto una dimensione in più al disco.

Alcune canzoni di Earthling” erano su un hard disk da molti anni, com’è stato riprenderle in mano dopo tutto questo tempo? Sono cambiate rispetto alla tua idea originale?

I pezzi che erano sull’hard disk erano piuttosto avanti nella produzione, l’idea era completa, riprendendoli in mano ho doppiato i beat elettronici con la batteria acustica per renderli più vibranti e ho cercato di rinfrescare il suono e arricchire le dinamiche, ho ricantato le voci e aggiunto gli archi. Però l’idea non è cambiata molto.

“Heart of Fire”, il tuo nuovo singolo, rappresenta un viaggio che mescola malinconia e ottimismo. Puoi raccontarci il processo creativo di questa canzone e il significato che ha per te?


Heart of Fire” è un piccolo inno alla positività, una promessa che momenti migliori arriveranno, quando le stelle si allineeranno. L’ho scritto pensando ad una persona in particolare ma ora mi sembra un messaggio molto più universale, visto il momento storico agghiacciante in cui stiamo vivendo.

In “Earthling” usi sia beat elettronici che strumenti acustici. Come hai trovato l’equilibrio tra questi elementi per creare il sound minimalista e sognante dell’album?


Alcuni pezzi del disco li ho scritti partendo da un Beat elettronico, che è stata la struttura su cui poi ho arrangiato il resto. Il beat per ondeggiare, le chitarre elettriche, i riverberi e i synths per sognare.

Dopo 17 anni a Berlino e diverse tournée in tutto il mondo, come pensi che il tuo rapporto con il pubblico si sia evoluto? I tuoi fan come stanno reagendo al tuo nuovo album?


Per ora ho l’impressione che questo disco incontri i gusti di tutti quelli che hanno seguito fino ad ora, per anni, tutte le mie capriole stilistiche. 🙂

Ringraziamo Missincat!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.