Il Ladro di Stelle Cadenti è una vera e propria fiaba cinematografica, ed è con questa forma mentis che è importante approcciarsi alla visione di questo film. La pellicola, diretta da Francisco Saia, con la sceneggiatura di Paolo Picciolo, riesce a catturare lo spettatore fin dai primi minuti, trasportandolo in un’atmosfera magica e dai tratti surreali. Ciò non significa che non sia un film in qualche modo ancorato alla realtà, anzi, è vero il contrario: il racconto che si costruisce, sequenza dopo sequenza, è ben radicato nelle emozioni più umane e profonde.
Il tema centrale è una attenta riflessione su quale sia il potere dei desideri, seguendo quanto già letto nell’omonimo romanzo di Patrizia Vicari, che ha ispirato il film. Lo spettatore si ritrova a pensare sul modo in cui i desideri possano influenzare la vita di chi li esprime, e su come a volte si finisca per dover pagare un prezzo troppo alto.
Il Ladro di Stelle Cadenti segue la vita di Camillo Favara, detto Milo, interpretato da Jacopo Rampini. Trascorre un’infanzia a dir poco particolare, con i suoi desideri che vengono esauditi senza alcun limite. Diventato adulto il suo ruolo si ribalta: Milo ha il difficile compito di catturare le stelle cadenti e di correggere le conseguenze negative che potrebbero avere i desideri espressi dalle persone.
Si entra così nel fantastico, ma ben presto veniamo catapultati di nuovo verso la concretezza della realtà, con la presenza di Betty, interpretata da Clizia Fornasier, il primo grande amore di Milo. Ci sarà per loro una seconda possibilità o dovranno mantenere i loro rimpianti?
Tra i grandi pregi di questo film c’è l’estetica visiva, che ha un peso notevole nel costruire questa fiaba moderna e atipica. Il Ladro di Stelle Cadenti è ambientato in una cittadina di mare che nelle sue caratteristiche richiama direttamente il mondo delle fiabe. A colpire non è solo la location, ma anche il sapiente uso dei colori dominanti, che sono il blu e il giallo. Sono i colori rispettivamente della notte e delle stelle. Lo spettatore avrà la sensazione di vivere in un sogno e di sprofondare in una leggera dimensione onirica.
Bisogna ammettere che c’è stato un ottimo lavoro nella costruzione dei personaggi principali, che risultano ben definiti e approfonditi sotto ogni punto di vista. Il loro spessore è innegabile. Milo, soprattutto, rappresenta un protagonista complesso, che dalla sua timidezza riesce a crescere fino a diventare un uomo adulto che comprende pienamente l’importanza del suo ruolo. Lo stesso vale per Betty, la cui parabola la porta dall’essere una ragazza molto superficiale all’avere un nuovo volto, quello di una madre premurosa, amorevole e altruista.
Una menzione d’onore va data alla colonna sonora, che completa un mosaico fatto non solo di parole, ma anche e soprattutto di immagini e suoni che portano lo spettatore altrove, verso un mondo immaginario e lontano. A comporre la colonna sonora è stato Francesco Marzola, che con tanta maestria ha saputo inserire i suoni giusti per costruire un’atmosfera unica.
Il Ladro di Stelle Cadenti ci dimostra che con poco meno di due ore si può portare in sala un film emozionante, pronto a ritagliarsi un posto nel cuore di chi ha il piacere di guardarlo.