“Anna Maria Fabriani – Storia della pittrice nascosta” a cura di Sabina Ambrogi Al Palazzo delle Esposizioni di Lucca dal 10 novembre all’1 dicembre 2024 arriva la prima mostra dell’artista centenaria In programma anche le visite con laboratorio di Artebambini Ingresso libero
Anna Maria Fabriani – Storia della pittrice nascosta, a cura di Sabina Ambrogi. Arriva a Lucca la mostra dell’artista, centenaria, allieva di Carlo Socrate e interprete “nascosta” della tradizione pittorica del Novecento.
L’esposizione, che raccoglie oltre 70 opere pittoriche, sarà aperta al pubblico al Palazzo delle Esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca (in p.za San Martino, n°7) a ingresso libero, dal 10 novembre all’1 dicembre 2024 (dal martedì alla domenica con orario 15-19), grazie alla Fondazione Banca del Monte di Lucca e alla Fondazione Lucca Sviluppo, in collaborazione con il Comune di Lucca.
“Anna Maria Fabriani – Storia della pittrice nascosta”, a cura di Sabina Ambrogi
Sarà un’occasione per compiere un viaggio nell’arte italiana a partire dagli anni ’40: nell’eleganza della ricchissima produzione dell’artista si coglie la formazione all’Accademia delle Belle Arti sotto la guida di Carlo Socrate, tra i massimi esponenti della Scuola Romana, ma si coglie soprattutto la visione di un periodo storico-sociale, quello della patriarcale Italia del Secondo dopoguerra, in cui Fabriani, come forse molte donne dell’epoca, ha coltivato tra le mura domestiche il proprio talento artistico quasi autocensurandosi, senza mai pensare di “essere all’altezza” di rivelarsi al mondo.
È, quindi, la prima volta che viene esposta una selezione del lavoro di Anna Maria Fabriani. Ed è una prima volta resa ancora più preziosa ed emozionante dalla sua età,100 anni, compiuti alla fine dello scorso giugno.
“La retrospettiva evidenzia il culto del ‘lavoro dell’artista’ che è forse uno dei tratti più forti che saldano la sua opera al periodo della Scuola Romana, alla frequentazione dell’atelier di Villa Strohl-Fern e al maestro Socrate – scrive la nipote Giulia Ambrogi – Un’attitudine nei confronti dell’arte che per Fabriani è stata ambizione di crescere all’interno di esercizi pittorici quotidiani, in una ricerca continua che, non avendo mai avuto l’obiettivo di tradursi in visione pubblica, finisce con il coincidere con la vita stessa. Non si è mai confrontata con il mercato ma neppure ne è stata mai condizionata”.
La produzione artistica di Fabriani si divide in due fasi, che si riflettono nell’organizzazione delle due sezioni della mostra. “La prima inizia verso la fine degli anni ’40 e si interrompe negli anni ’70. La seconda risale al 1997, subito dopo la morte del marito Silvano Ambrogi, e dura fino al 2018 – scrive ancora Giulia Ambrogi -. Interruzione di un’avidità e di un ragionamento artistico capace, tuttavia, di ripartire arricchito da nuove visioni contemporanee. Spesso nelle sue opere risalta un punto di vista cinematografico con delle prospettive fedeli alle ottiche della macchina da presa. In queste armonie, la sua attenzione alla luce diventa poesia visiva, un linguaggio artistico che trasforma ogni tela in una scena di cinema di straordinaria bellezza”.
Una prima sezione è composta dalla selezione di alcune opere eseguite sotto la guida diretta e consiglio di Carlo Socrate a Villa Strohl-Fern; una seconda sezione offre una selezione di nature morte e alcuni ritratti, tra cui la figlia Sabina, che ha curato la mostra e ne è simbolo. Questa seconda parte, che è anche la più ricca, è annunciata dal ritratto al marito Silvano iniziato nel 1960, lasciato incompiuto, e terminato nel 1997, dopo pochi mesi dalla sua morte. L’artista ha ripreso a dipingere da questo momento in poi, all’età di settant’anni, producendo oltre un centinaio di opere.
Questa mostra entra nel dibattito attuale sulle pittrici e la loro scarsa visibilità. L’effetto di difficoltà oggettive dell’accesso delle donne alla complessa filiera del mercato dell’arte, sistema che talvolta si è dimostrato tirannico e patriarcale, soprattutto in alcuni momenti storici. Ciò è stato accresciuto anche dalla conciliazione con la famiglia che per chi fa il mestiere dell’arte è ancora più spiccato, fino ad essere a volte anche una ragione di rinuncia al proprio talento. Si determina una sorta di lunga infinita censura, che spesso diventa autocensura, che dura da sempre, antica quanto l’umanità. Proprio per queste ragioni, molto spesso, le pittrici, nei secoli passati, hanno operato quasi esclusivamente nello spazio domestico, raffigurando soggetti di uso e fruizione quotidiana che diventano allora dispositivi di libertà.
Anna Maria Fabriani è nata a Roma il 28 Giugno del 1924. Oggi ha cento anni. Figlia di un designer industriale, Raffaele Fabriani, morto giovanissimo dopo una nuotata nel Tevere, e di Maria Magris, casalinga e parte di una grande famiglia di illustratori, pittori e architetti, ha vissuto sempre in un mondo di artisti.
Nel primo dopoguerra è impiegata presso il Ministero degli Esteri, a Palazzo Chigi, pagandosi così gli studi sospesi durante il conflitto mondiale, presso l’Accademia di Via Ripetta a Roma. Qui incontra ed è da subito allieva di Carlo Socrate, che la prenderà poi anche nell’atelier di Villa Strohl- Fern, luogo ormai mitico della Scuola Romana.
Dipinge in modo costante e sistematico.
Conosce alla fine degli anni ’50 Silvano Ambrogi con il quale si sposa nel 1960. Non avendo più suo padre, è lo stesso Carlo Socrate che l’accompagna all’altare. Resterà legatissima da stima e amicizia al maestro fino alla sua morte. Ambrogi è un intellettuale, scrittore e drammaturgo venuto a Roma dalla provincia di Pisa, lanciato da Luciano Bianciardi, con il quale pubblica per Feltrinelli il suo primo romanzo “Le Svedesi”. Diventerà poi noto con una satira sulla burocrazia “I Burosauri” (1963) messa in scena dal Piccolo di Milano e tradotta in molte lingue. Continuerà a pubblicare romanzi, una feconda attività per il teatro, il cinema, la tv, la radio e la carta stampata (Il Paese Sera, il Giorno e il Corriere della Sera).
Da sposata, Fabriani continua a dipingere e disegnare, ma si affievoliscono sempre di più la vena e l’ambizione artistica, fino a un’ interruzione quasi definitiva intorno agli anni’70. Inizia da allora una lunghissima stagione di insegnamento del disegno e della storia dell’arte nelle scuole medie pubbliche della capitale. Si dedica inoltre alla cura della famiglia e delle figlie, Cecilia e Sabina, continuando a frequentare un vivace contesto di artisti, attori e scrittori facilitato anche dall’attività del marito.
Dopo pochi mesi dalla perdita del marito, il 2 luglio 1996, Anna Maria Fabriani recupera dalla cantina il ritratto che gli aveva fatto da giovane – intorno al 1960 – rimasto incompiuto. Lo completa. Non ha mai più smesso di dipingere, di ricercare, sperimentare, riprendendo le fila di un discorso interrotto più o meno coincidente anche con la morte del suo maestro avvenuta nel 1967.
Da allora in poi ha prodotto oltre un centinaio di opere, finché l’età avanzata non glielo ha impedito. Non ha mai concepito l’idea di lavorare senza una posizione eretta di fronte al cavalletto e una totale lucidità dello sguardo in armonia con il corretto uso della luce.
Anche in questa mostra sono aperti i laboratori di Artebambini in calendario nei giorni di venerdì 15 novembre (per bambini da 4 a 10 anni), mercoledì 20 novembre (per i bambini più piccoli, da 0 a 3 anni), sabato 23 novembre (per bambini da 4 a 10 anni) e domenica 1 dicembre (bambini da 5 a 10 anni). Per informazioni sulla visita giocata e narrata dedicata a bambine e bambini da 0 ai 10 anni, contattare artebambini.toscana@gmail.com o 3339676264.
Anna Maria Fabriani – Storia della pittrice nascosta
a cura di Sabina Ambrogi
10 novembre – 1 dicembre 2024
Orario di apertura: dal martedì alla domenica dalle 15 alle 19
Ingresso libero
Palazzo delle Esposizioni di Lucca (Fondazione Banca del Monte di Lucca)
Piazza San Martino 7, 55100 Lucca
Per informazioni: Fondazione Banca del Monte di Lucca
T. +39 0583 464062
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