CUL: Corviale Urban Lab, la ricetta per fare Comunità
Sta animando le vie, gli spazi condivisi e il Teatro San Raffaele al Trullo una manifestazione che firma in questo 2024 i suoi 13 anni di vita, che ha una storia così densa di emozioni e di passione da valere 20 anni e una freschezza e un’energia da sembrare poco più che quinquennale. Parliamo di Corviale Urban Lab, il festival multidisciplinare diretto da Giuseppe Casa, organizzato da Procult con la direzione artistica di Scuderie MArteLive in collaborazione con le associazioni del territorio. Un appuntamento attesissimo con le arti e con la cultura, pensato per tutti e per tutte le età: inclusivo e totalmente gratuito, articolato in 6 giorni (3 e 4 performance, laboratori dal 2 al 6) che si animeranno di una mostra, due serate di spettacolo multidisciplinare, dieci laboratori e due attività itineranti per le vie di Corviale. Abbiamo voluto sentire la sua responsabile progetto, Francesca Ciaralli per farci raccontare qualche pillola di questa splendida iniziativa di cui speriamo a separio chiuso potervi regalare anche qualche immagine.
- CUL Corviale Urban Lab: portare le arti e la cultura fra la gente. Da dove è nato questo progetto che oramai nasce oltre 10 anni fa?
Il progetto *Corviale Urban Lab* è nato oltre 10 anni fa come risposta alla necessità di portare le arti e la cultura direttamente fra le persone, in un contesto urbano spesso marginalizzato come quello del Corviale a Roma. L’idea alla base del progetto era quella di trasformare lo spazio del cosiddetto “Serpentone” in un luogo di incontro e scambio culturale, rendendo la cultura accessibile a tutti e non confinata ai centri tradizionali.
- Come ha accolto il pubblico in questi anni l’iniziativa ma, soprattutto, come è cambiata la percezione del pubblico negli ultimi anni?
Negli anni, il pubblico ha accolto l’iniziativa con crescente entusiasmo. All’inizio, c’era forse un po’ di scetticismo legato alla difficoltà di vedere uno spazio come il Corviale come centro culturale, ma con il passare del tempo si è costruita una comunità affezionata. L’iniziativa ha infatti contribuito a ridisegnare la percezione di un’area nota principalmente per le sue difficoltà sociali, mettendo in luce il potenziale di rigenerazione attraverso l’arte e la cultura. Per quanto riguarda la percezione del pubblico negli ultimi anni, questa si è evoluta insieme al progetto. Le persone ora vedono il *Corviale Urban Lab* non solo come un evento culturale, ma come una piattaforma per il dialogo, la partecipazione e la creatività condivisa. Con l’aumento delle partecipazioni e l’attenzione mediatica, il progetto ha attratto un pubblico più diversificato, che include non solo gli abitanti del Corviale, ma anche artisti, operatori culturali e visitatori da altre zone, come ad esempio quelli dal Trullo.
- Se il pubblico cresce con questo tipo di iniziative, sento te quali aspettative ha il vostro pubblico? Stanno cambiando queste aspettative?
Le aspettative del pubblico sono sicuramente cambiate: c’è una crescente richiesta di progetti che non siano solo eventi “spot”, ma che lascino un segno permanente nella comunità, promuovendo l’inclusione e la continuità. Il pubblico desidera sempre di più partecipare attivamente, non solo come spettatore, ma anche come creatore di contenuti culturali, attraverso laboratori, workshop e attività interattive.
- Sogni per le prossime edizioni?
Per il futuro, uno dei sogni per le prossime edizioni è certamente quello di espandere ulteriormente il progetto, coinvolgendo nuove discipline artistiche e nuovi spazi. Si mira a far crescere il CUL Corviale Urban Lab come modello replicabile in altre regioni italiane, trasformando sempre più aree urbane marginalizzate in luoghi di incontro e crescita culturale. Un altro sogno è quello di rendere l’iniziativa ancora più partecipativa, dando voce a chi spesso non ha accesso alle risorse culturali e promuovendo una maggiore inclusione sociale.