Conosciamo meglio Safe Heart ODV grazie a questa intervista!
Come nasce l’idea di fondare Safe Heart ODV?
Safe Heart ODV nasce dal desiderio condiviso con tre amici e colleghi – Maurizio Roberto, Alberto Pilozzi Casado e Samer Kassem – di aiutare chi, nel mondo, non ha risorse per poter accedere alle cure sanitare e, in particolar modo, non può usufruire della cardiochirurgia. Per questo motivo abbiamo deciso di mettere a disposizione le nostre competenze che sono specialistiche in chirurgia cardiaca per garantire interventi cardiochirurgici a chi ne ha bisogno e per formare il personale ospedaliero locale. Siamo arrivati in Burkina Faso nel 2018, grazie all’aiuto dell’amica e cardiologa Silvia Perlangeli che già operava in questi territori con la sua associazione Migotigo. La struttura del CHU di Tengandogo a Ouagadougou, la capitale, è risultata adeguata rispetto agli standard richiesti per ospitare la chirurgia del cuore.
La maggior parte delle persone non può accedere alle cure sanitarie essenziali perché a pagamento ed in questo paese le patologie delle valvole cardiache colpiscono diverse migliaia di giovani che, in assenza di un trattamento chirurgico, non possono vedere realizzati i propri sogni e il proprio futuro. In Burkina Faso ad oggi opera un unico cardiochirurgo, il Dott. Adama Sawadogo, da poco coadiuvato da due specializzandi. In questi anni siamo riusciti a rendere l’equipe autonoma nella chirurgia valvolare ed abbiamo avviato la formazione per gli interventi relativi alle patologie complesse dell’aorta e proseguiremo con la correzione chirurgica della patologia coronarica.
Non sarà semplice, avremo bisogno di tempo e pazienza, andranno affiancati ma sarà un altro importante traguardo. Oltre alle borse di studio finanziate in Europa per una cardiologa ed un anestesista, ora stiamo finanziando uno stage in Sud Africa inerente alle cardiopatologie congenite al quale partecipano Adama, un anestesista ed un perfusionista.
Come si svolgerà la serata e in che modo verranno utilizzati i fondi raccolti durante la serata del 24 settembre presso la Residenza Vignale?
La serata sarà un’opportunità di incontro tra noi e i nostri sostenitori; potremo brindare ai risultati raggiunti grazie alle donazioni raccolte nel corso dell’anno, in particolar modo a partire dall’evento dello scorso settembre. Chi lo desidera potrà partecipare alle visite guidate organizzate all’interno della Residenza Vignale. I fondi raccolti saranno utilizzati per la prossima missione, il cui budget è di circa 50/55.000€. Potremo però procedere solo se ci saranno le risorse necessarie. Basti pensare che il solo costo della protesi che serve a sostituire la valvola cardiaca malata – talvolta ne possono servire due, fino ad un massimo di tre a paziente – si aggira intorno ai 2.000/2.500 euro. Operiamo almeno otto pazienti a missione e non possiamo partire senza le quantità corrette di materiali. Safe Heart ODV, infatti, si fa carico di tutte le spese relative al materiale sanitario, ai farmaci e alla degenza dei pazienti (quindi tutto quello che serve prima, durante e dopo l’intervento).
Per chi vuole donare ma non può partecipare all’aperitivo quali sono le modalità di donazione?
Chiunque può sempre supportarci effettuando una donazione tramite bonifico bancario o carta di credito. Alcuni decidono di contribuire con donazioni mensili regolari, altri scelgono di destinare a noi il 5×1000, un aiuto che non comporta alcun costo ma ha un grande valore.
Ci può raccontare un’esperienza che porta nel cuore dalle vostre missioni?
Potrei raccontare del primo intervento a cuore aperto in Burkina Faso su una ragazzina di 15 anni, oppure della notte in cui è arrivata una bimba – dopo 6 ore di auto – con un punteruolo infilato nel cuore, o della bimba che non abbiamo potuto operare a dicembre per una infezione ma che siamo riusciti a salvare a marzo. Ma quello che portiamo nel cuore è il nostro più grande successo: siamo riusciti a dare speranza di vita a persone che senza il nostro aiuto non avrebbero un futuro. Ad oggi siamo riusciti a salvare 31 persone tra bambini e adulti. Vorrei portare però la testimonianza di alcuni volontari partiti con noi. Le loro parole faranno capire cosa significa partecipare alla missione dal punto di vista umano.
Paola Oddono, Tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria, con noi dalla prima missione, “Spero di conservare il più a lungo possibile l’energia del gruppo e quella ricevuta da coloro che vivono nel posto più sperduto e più povero della terra, ma che ci trattano come fratelli.”
Alice Vailati, infermiera strumentista, anima del gruppo “Prendi il meglio da chi hai accanto e cerca di donare il meglio di te a chi ti circonda. Io ho la risposta alla famosa domanda “Cosa vuoi fare da grande?”: io vorrei poter continuare a dare speranza a tutte queste popolazioni.”
Giampiero Esposito, cardiochirurgo “Grazie per questa magnifica esperienza, vi voglio bene.”
Elisabetta Ciocchini, staff organizzativo, “Grazie per avermi fatto entrare nel vostro mondo, avermi fatto provare emozioni indescrivibili.”
Stefano Salis, anestesista “Da tutto questo io resterò segnato per sempre. Grazie a tutti.”
Maurizio Pesce, ricercatore “Grazie ragazzi è stato un onore poter essere dei vostri. Come tutte le cose più belle è finita troppo presto.”
Stefania Vagnarelli, infermiera strumentista “Grazie per questa bellissima avventura.”
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