Villa Arconati di Bollate, apre i cancelli ai suoi ospiti, per la 36esima edizione dell’omonimo Festival. Quest’anno purtroppo con una piccola nota di tristezza poichè da pochi mesi è venuto a mancare uno dei suoi co-fondatori: Dario Zigiotto al quale viene dedicata l’edizione 2024, che sarà ancora più bella nel suo ricordo, proprio come lui avrebbe voluto. Dal 1985 infatti Dario Zigiotto ha curato la comunicazione del “Festival di Villa Arconati” cercando di implementare, di condividere, di avvicinare l’arte a mondi diversi; a quelli legati alla musica e non solo…
L’edizione di quest’anno si terrà dal 26 giugno al 12 luglio,nella splendida location di Castellazzo di Bollate (come sempre), vicinissima a Milano; raggiungibilissima!!
Si diceva, appunto, un’edizione che ancora una volta cerca di aprire la strada ai tanti mondi legati all’arte, alla musica e non solo perciò in quest’ottica l’onere e l’onore dell’inaugurazione della rassegna è stato affidato ad Arturo Brachetti (mercoledì 26 giugno)che col suo magico trasformismo presenterà “Arturo racconta Brachetti“, un’intervista frizzante fra vita e palcoscenico.
Torna il Festival di Villa Arconati
L’uomo dai mille volti racconta e si racconta in una serata speciale fatta di confidenze, ricordi e viaggi fantastici. Fregoli, Parigi e le luci della Tour Eiffel, Ugo Tognazzi, le ombre cinesi, Paolo Poli, la donna ignifuga, il Paradis Latin, e le mille fantasie di un ragazzo che voleva diventare regista o papa, prendono vita in un’intervista al confine tra vita privata e palcoscenico a tu-per-tu con il pubblico.
A questo proposito mi affiora un ricordo personale di Brachetti. Era il 1989 al Teatro Manzoni di Milano dove con Ugo Tognazzi aveva messo in scena “M. Butterfly”; forse l’ultimo spettacolo teatrale di Tognazzi, in cui il talento dell’uno non era secondo a quello dell’altro e dove la bravura, la velocità delle trasformazioni oltre alla recitazione mettevano in particolare risalto il grande talento di Brachetti. Fu una serata magica, irripetibile!!
Proseguendo nel programma del Festival va segnalato che da qualche anno una nuova tradizione ha occupato gli spazi della Villa nel corso del Festival, quella del concerto all’alba. Per il 2024 sarà protagonista Cecilia, che domenica 30 giugno alle 6 del mattino si esibirà con la sua arpa e la sua voce per dare un suono alla meraviglia dei colori dei giardini della villa al sorgere del sole.
Il 1° Luglio sarà la volta di Vinicio Capossela. Un grande ritorno visto che la sua prima volta a Villa Arconati fu nel lontano 1995. Sarà “Vecchi Tasti” un concerto unico nel suo genere che riprenderà brani di un disMassimo Finazzer Floris co pubblicato nel 1994. Vari brani reinterpretati con la consapevolezza che deriva da una fase diversa della vita.
Seguirà Mauro Pagani che tornerà a suonare “Creuza de Mà” scritta con Fabrizio De Andrè. La serata sarà anche l’occasione di ricordare Zigiotto che di De Andrè si è occupato della comunicazione.
Domenica 7 luglio al tramonto presenterà “Vissi d’arte, vissi d’amore. Aspettando Giacomo Puccini” , un racconto in forma di recital teatrale e musicale che omaggia il grande compsitore lucchese nel centenario della scomparsa. L’8 luglio arriva Jack Savoretti artista eclettico: sette album pubblicati in lingua inglese, un milione di copie vendute, collabrazioni con i più grandi pilastri della musica come Bob Dylan, Natalie Imbruglia, Nile Rogers, Elisa e tanti altri. Ad aprire la serata sarà Kaze, nuova promessa del pop italiano: cantautrice profonda, la cui musica è caratterizzata da una scrittura che spazia tra la lingua italiana e quella francese.
Segue Edoardo Bennato (10 Luglio), anche per lui grande ritorno sal suo primo passaggio nel 1994. Bennato salirà sul palco di Villa Arconati per raccontare le sue storie fatte di buoni e cattivi, per sbeffeggiare i potenti e inneggiare alla forza umana delle persone comuni, senza mai dimenticare il più classico tra i sentimenti ispiratori di ogni Artista: l’amore. Poi Teresa Salgueiro voce dei Madredeus e solista che da tempo e con grande talento realizza album che riprendono la musica tradizionale portoghese -il Fado- quella tradizionale americana, quella popolare brasiliana.
Chiude la rassegna 2024 Mario Calabresi (12 luglio), grande giornalista che mette in scena uno spettacolo tutto nuovo: “Come suona una fotografia”. E’ lo spettacolo scritto e narrato da Calabresi che racconta di fotografie capaci di segnare un’epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole, immagini destinate a fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l’immaginario collettivo.
È un programma ricco e vario che ancora una volta dimostra la volontà di avvicinare musica, parole, immagini e regalare nuove emozioni perchè l’arte non conosce confini.
Articolo di Ugo Negrini