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Marco Polo – I costumi di Enrico Sabbatini

Marco Polo – I costumi di Enrico Sabbatini In mostra a Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo fino al 30 Settembre 2024.

È l’occasione per fare un tuffo nel passato attraverso i costumi di scena di quello che fu il “Marco Polo”; una delle più grandi produzioni RAI trasmessa in ben 46 paesi.

Grafica Divina

Marco Polo rivive oggi in questa mostra attraverso i costumi di Enrico Sabbatini. L’occasione è anche un omaggio al grande costumista, grazie allo scrupoloso lavoro di Stefano Nicolao e del suo atelier. Nicolao fu chiamato proprio da Sabbatini  nel 1980 per lavorare al grande Kolossal. Qui ebbe inizio la sua brillante carriera, ma inizia anche una meravigliosa avventura che lo  porta a lavorare in condizioni estreme in Nepal sulla catena dell’Himalaya per realizzare costumi e scene che dovevano rappresentare il passaggio dalla Persia alla Cina. Nella realizzazione dei costumi furono coinvolti artigiani locali e durante le riprese anche gli abitanti e i costumi spesso, come ricordato dal regista Montaldo, venivano portati fuori dal set e fatti ammirare al resto della comunità in quanto diventati motivo di orgoglio per la comunità stessa.

Un’avventura, quella della “sartoria mobile” organizzata da Nicolao con artigiani locali, che dovette fare fronte a barriere e difficoltà geografiche, climatiche, culturali e linguistiche.

Ricorda Nicolao:” Andai in Tibet a realizzare i costumi, non portai nulla da qui se non le idee. A Katmandu cominciammo a cercare gli accessori e gli oggetti, ma anche a trovare i materiali e i tessuti e fare le tinture con questi artigiani, ma molti materiali e molte cose non si trovavano: sembrava ancora di essere a fianco di Marco Polo, nel suo tempo. Realizzai così scarpe, strumenti musicali, tutto quello che ci serviva per le cavalcature, dalle selle alle bardature. Dovevo organizzare tutto, perché saliti sulla montagna non avremmo avuto l’elettricità e avremmo dovuto cucire esclusivamente a mano. E così fu con questo gruppetto di sarti riuscimmo a partire con già dei costumi pronti: al campo base a 3200 metri, io alla sera tagliavo e loro di giorno cucivano: costumi molto rustici, fatti di lana e cuciti a mano, sembravano veramente usciti da un archivio medievale. Questo fu l’inizio di una bellissima carriera che mi ha portato ad avere rapporti con teatri internazionali, con produzioni oltreoceano, e che esaltano Venezia nel mondo”.

 A palazzo Mocenigo di Venezia ora sono in mostra una trentina di costumi provenienti dal set e alcuni bozzetti originali, foto si scena che raccontano i quattro anni impiegati nello studio, nella preparazione e nella realizzazione del film, ma è anche l’occasione per ricordare il genio creativo di Giuliano Montaldo, regista della grande produzione che coinvolse in primo luogo Venezia, con l’invenzione di una Piazza San Marco di fine Duecento, sull’isola del Lido, a Malamocco; e poi Ennio Morricone autore della colonna sonora. 

Va ricordato inoltre che il “Marco Polo” fu il primo prodotto in assoluto realizzato tra una TV occidentale ed una cinese. E all’epoca non era certo casa facile!!

Con Marco Polo Sabbatini divenne famoso anche oltreoceano. Firmò alcune produzioni hollywoodiane grazie alle quali ottenne importanti riconoscimenti come un British Academy Award e diverse nominations agli Emmy Awards  e una candidatura agli Oscar. Sabbatini ha realizzato costumi per grandi produzioni come “Gesù di Nazarth”, “Abramo”, “Cleopatra” “Mission”; lavori che hanno  fruttato i premi e le nominations di cui sopra.

Enrico Sabbatini muore in un incidente stradale in Marocco, dove si trovava per lavorare sul set della fiction Cleopatra. Il Paese africano era, da tempo, la sua seconda patria: negli studi cinematografici di Ouarzazate, aveva collaborato alla creazione di un laboratorio di costumi nel quale sono stati addestrati decine di artigiani marocchini.

Costumi, poi Venezia…una mostra che merita di essere visitata perchè  sa di avventura di genio innovativo, di duro lavoro, ma anche di magia.

Articolo di: Ugo Negrini

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Collaboratrice di numerosissime testate, tra cui Topolino e Corriere dei Piccoli, è stata direttrice responsabile di piccole testate e autrice di tre biografie (Julio Iglesias, Adriano Celentano e Nazionale Italiana Cantanti); traduttrice dal giapponese delle poesie di Murasaki Shikibu (973/1014) e Izumi Shikibu (976/1033). Ama la moda, l’enogastronomia, lo spettacolo, il design, i viaggi, la medicina e la cultura ebraica.

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