Il Mercante di Venezia in scena fino al 19 maggio presso il Teatro Manzoni di Milano questo testo Shakespeariano dal 1598, anno della sua prima rappresentazione in Londra, è una delle creazioni più discusse e controverse, ma senza ombra di dubbio quella in assoluto ancora attuale.
Nell’adattamento di Paolo Valerio che cura anche la regia dello spettacolo a Franco Branciaroli è affidato il difficile ed antipatico ruolo dell’ebreo Shylock figura crudele, misteriosa assetato di vendetta, ma che alla fine riesce anche a suscitare compassione.
“Il Mercante di Venezia” è stata anche definita commedia dell’amore e dell’odio per la dualità dei sentimenti in essa rappresentati, per la controversia dei personaggi, per la contemporaneità degli argomenti: scontri etici, rapporti sociali e interreligiosi mai pacificati, l’amore, l’odio, il valore dell’amicizia e della lealtà, l’avidità, il ruolo del denaro e la vendetta. Èsorprendente come tutto questo sia ancora valido ai giorni nostri !
È la famosa “Libbra di carne” tagliata vicino al cuore che Shylock spietato usuraio pone come obbligazione ad Antonio ricco mercante veneziano che a lui si rivolge per avere una somma in prestito, qualora la somma non venisse restituita, che subito colpisce e si imprime nell’immaginario dello spettatore o la sete di vendetta che l’usuraio ha nei confronti dei “gentili” che lo disprezzano e che all’origine di tanto odio. Oppure quella libbra di carne è invece il divertimento di un ricco ebreo che vuole farsi beffa di un mercante tanto arrogante quanto malinconico?
È più semplicemente che dietro a tutto questo c’è una storia di odio, di vendetta, di denaro, di tradimenti, di emarginazione. Tutto ciò ossessiona il nostro protagonista.
“Sazierò l’antico rancore” è una delle prime asserzioni dell’ebreo. Un verbo non scelto a caso, in una battuta che pone subito in luce il tema fondamentale della vendetta contro una società che esclude chi le è estraneo.
Sono infatti odio e spirito di vendetta per gli sputi subiti, per gli insulti di Antonio che lo paragona a un cane rabbioso, a suggerire a Shylock la crudele obbligazione per il prestito al mercante, quella famosa libbra di carne: “Lui odia il nostro sacro popolo e inveisce contro di noi e io odio lui perché è un cristiano” dice infatti l’ebreo, dichiarando chiaramente lo scenario di un’aperta lotta fra religioni, fra culture. Diciamo che all’epoca in cui questo testo è stato scritto era più una lotta fra culture differenti che fra religioni, ma indipendentemente da ciò rimane nel profondo l’attualità dell’argomento. Spesso le religioni sono un pretesto. L’estraneità se non le differenze sono anche oggi tutt’altro che inclusive!!
Ma lo spietato cannibalismo di Shylock non è di certo inferiore alla vendetta del mercante. Quando la situazione si rovescia a suo favore abbandona i panni del martire rivelando anch’egli il suo oscuro lato vendicativo obbligando l’ebreo alla conversione; pena la morte. Una richiesta di terribile violenza per Shylock!
Shylock, meschino, non dimostra coraggio e per sopravvivere dice “accetto”, ma questa sarà la sua vera sconfitta. Shylock rimane un escluso, un violento e diviene un perdente, privato non solo della sua orribile obbligazione, e del denaro, ma soprattutto della sua dignità e costretto a vivere la brutalità di una conversione imposta.
Parallelamente allo scellerato patto sottoscritto da Antonio ci sono le storie d’amore di Porzia e di Jessica la figlia di Shylock. La prima obbedirà al volere del padre sposando Bassanio che scioglierà l’enigma degli scrigni. La seconda invece (Jessica) tradirà le aspettative paterne fuggendo con un cristiano. Nerissa, fidata cameriera di Porzia, più semplicemente si unirà a Graziano amico di Bassanio.
Quest’ultima è la parte celebrativa del mondo femminile; quell’universo spesso ricorrente nelle opere di Shakespeare a cui lui affida la salvezza; quel mondo che rappresenta la luminosità, l’intuizione in contrapposizione agli oscuri sentimenti di odio e di vendetta. La salvezza appartiene al mondo femminile. Non è forse tutto ciò ancora oggi valido e ricorrente?
Da non perdere Il Mercante di Venezia al Manzoni di Milano
Articolo di Ugo Negrini