Salvatore Smedile La volontà dell’ovest Book Editore 2024
La volontà dell’ovest è l’ultimo libro di Salvatore Smedile, nato a Winterthur (Svizzera tedesca) dove vive fino al 1992, quando si trasferisce in Italia.
Il libro comprende 33 poesie, una per ciascuna tappa del Cammino di Santiago compiuto dall’autore in occasione dei suoi 55 anni. A ogni stazione un titolo per un viaggio di 800 e più km che dalla catena dei Pirenei arriva all’oceano. I luoghi sono riconoscibili ma gli eventi reali si snodano insieme a una interiorità fatta di passi che portano il senso di un altrove immediato e lontano, che è qui e non è qui, carnale e metafisico.
L’indice basterebbe da solo a condensare l’intera opera che non è un racconto di viaggio, né un diario, ma un percorso affidato alla scrittura che riavvia un itinerario quotidiano a volte piacevole a volte doloroso. Camminare è attraversare il proprio universo interiore che muta insieme al paesaggio esterno e alla molteplicità degli incontri e degli accadimenti.
Nei dieci anni in cui l’opera è rimasta a maturare, ha acquisito semplicità e densità al tempo stesso.
È una dichiarazione di poetica la cui circolarità e sensibilità oltrepassa quella comunemente definita occidentale. Come dice Antonio Devicienti recensendo il volume sul suo Via Lepsius: “l’ovest non è confine, è méta, ma non limite. L’ovest si muove continuamente davanti a noi, man mano che gli andiamo incontro”.
Nei suoi testi l’autore pone questioni le cui risposte non si risolvono a parole. Tempo e spazio non sono separati come non sono divisi mente e corpo, sogno e realtà, perché “tutto è vero/ e si può toccare. / Tutto è qui” (Burgos, p.36).
Le composizioni sono in verso libero ma regolato da un’andatura che si riorganizza nella naturalità dell’atto creativo.
Se nella prefazione (L’ombra che mi precedeva) riecheggia quello che ancora ha da venire, nella nota finale (E sono iniziate le parole) si respira l’impermanenza dell’arrivo: “Anime erranti percorrono sentieri dove possono ritrovarsi o continuare a vagabondare in questo universo senza confini dove vita e morte non sono separate, ma unite da un tempo circolare in cui il presente è il centro di tutte le sue fughe” (p.82).
Questo libro di Smedile nasce a vent’anni di distanza da La taverna di Brest (ETS 2005,ristampa 2007), raccolta poetica che ispirerà la fotografa Chiara Ceolin e si concretizzerà in performance di danza e musica, in una riduzione teatrale e in una mostra di disegni del regista-illustratore Alberto Valente che ne curerà una versione grafica per ARCA Edizioni, 2014.
In questo periodo l’autore si specializza in autobiografia, collante dei vari progetti realizzati per e con la compagnia teatrale Urzene di cui è Dramaturg e per cui scrive vari spettacoli.
Nei suoi anni svizzeri Smedile, oltre a pubblicare libri di poesia, ha collaborato con Agorà (settimanale per italiani dell’area zurighese), partecipato alla fondazione dell’ASIS (Associazione Scrittori Italiani in Svizzera) e stretto un sodalizio con il pittore italo-svizzero Claudio Conte con il quale ha pubblicato Figure che non corrono (tachipiria edizioni, 1990).
Nel 2023 Smedile è stato ospite di WELT-LYRIK a Zurigo, dove sono state lette alcune parti de La volontà dell’ovest (allora inedito) in italiano e in tedesco, per la traduzione curata da Christoph Ferber.