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L’ultimo mago in libreria

L’ultimo mago di Francesca Diotallevi in libreria per Neri Pozza.

A 30 anni dalla sua morte la figura di Gustavo Rol rimane affascinante tanto per coloro che credevano nelle sue doti medianiche sia per quelli scettici (tra i quali Piero Angela e Silvan) che avrebbero voluto indagare sui suoi poteri, cosa mai concessa dal sensitivo torinese.

Grafica Divina

Scrivere su di lui quindi non è semplice per questa dicotomia di base.

In questo romanzo la Diotallevi, con uno stile che ricorda un Fogazzaro più sciolto e moderno, riesce a mantenersi in funambolico equilibrio grazie al personaggio protagonista, Nino Giacosa, in fuga dal passato, dall’amore, dalla guerra e dalla vita.

Proprio la sua fuga lo porterà a incrociare la strada di Rol, a frequentare casa sua e vedere quegli esperimenti che resero celebre il sensitivo.

Serate concesse a una ristretta cerchia di persone, senza scopo di lucro, in cui Rol riusciva a far comparire oggetti nelle tasche o nelle borse degli astanti, a leggere nella mente delle persone per scoprire il libro che avevano scelto dalla sua libreria, evocazione di spiriti o suoni da tamburi napoleonici posati a terra. Il tutto sprofondato nel profumo di rose che pareva provenire dai quadri da lui dipinti.

L’ultimo mago di Francesca Diotallevi

Tra Nino e Rol pare instaurarsi un’amicizia dove ognuno ha bisogno dell’altro pur con la consapevolezza che Gustavo segue un’indagine sul sensitivo allo scopo di scrivere un libro che, probabilmente, gli farà avere quei soldi necessari a riscattarsi dai debiti di gioco. In una Torino plumbea e innevata si volge questa storia fino a un epilogo imprevisto che pare quasi ribaltare completamente la visione del protagonista.
Una lettura incalzante come un giallo, ma forse lo è perché tutti noi vorremmo scoprire se è possibile portare realmente un pizzico di magia e irrealtà nella nostra vita.

Edito da Neri Pozza questo libro non può mancare in nessuna libreria di coloro che si lasciano affascinare dal mondo del paranormale come in quella degli scettici perché a volte è bello lasciare, per un attimo, la ragione e sprofondare nel sogno.

Articolo di: Luca Ramacciotti

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