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Lunetta Savino in “La Madre” di Florian Zeller 

Debutta al teatro Carcano di MIlano “La Madre” di Florian Zeller con Lunetta Savino, per la regia di Marcello Cotugno. Lo spettacolo va in scena dal 9 al 14 aprile 2024.

Quest’opera teatrale  del drammaturgo francese Zeller fu portata al debutto a Parigi nel 2010 ed è il primo capitolo di una trilogia teatrale dedicata alla famiglia che comprende anche “Le Père” e “Le Fils”. 

Grafica Divina

Nella fattispecie il tema è appunto l’amore materno e le possibili derive patologiche a cui questo può condurrre. Il distacco da un figlio, ancorché adulto, viene vissuto dalla madre come un vero e proprio tradimento; un abbandono, un vuoto incolmabile specie se a latere è già in atto da tempo una  evidente decadenza del rapporto coniugale.

E’ uno sguardo profondo sull’amore materno attraverso un misto di  comicità e dramma  che affronta il dolore del distacco ed il senso di colpa che ne deriva. E’ la descrizione di un mondo in cui Anna (la madre), la protagonista non si riconosce più; un mondo in cui si sente priva di ruolo e isolata dal suo nucleo familiare.

L’aver rinunciato a vivere, rinunciato ai propri sogni ai propri desideri per dedicarsi totalmente all’unico figlio maschio sul quale riversare le proprie frustrazione, le proprie aspettative, i rimorsi, i propri ideali di amore altro non fa che portare questo cammino verso la disperazione quando l’oggetto di tanto amore, di tante attenzioni viene a mancare. 

Ecco il senso di questa rappresentazione teatrale che intende portare lo spettatore a riflettere sul significato  del distacco e della rinascita.

Sia Lunetta Savino con la sua bravura, sia la sapiente regia di Marcello Cotugno si pongono l’obiettivo di trasmettere al pubblico tutta la complessità e la profondità di questo tema. Sarà un trionfo di emozioni che vanno dall’angoscia, alla comicità ed alla disperazione affinché il pubblico non perda un solo attimo  rimanendo emotivamente coinvolto fino alla fine dello spettacolo.

“La Madre”  vuole essere  un’esperienza emotiva e profonda che tocca le corde più intime dello spettatore, invitandolo a riflettere sull’amore materno e sulle sue implicazioni più oscure.

Nota finale del regista Marcello Cotugno:

“Nella società liquida e levigata di Zygmunt Baumann e Byung Chul Han il senso di colpa non basta più a tenere vicini i figli. Nel dolore del lasciarli andare, per una madre, c’è tutta l’accettazione della vita nel suo divenire, c’è del lasciar andare una parte di sé per rinascere nel distacco”.

Assolutamente da non perdere!

Articolo di: Ugo Negrini

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Collaboratrice di numerosissime testate, tra cui Topolino e Corriere dei Piccoli, è stata direttrice responsabile di piccole testate e autrice di tre biografie (Julio Iglesias, Adriano Celentano e Nazionale Italiana Cantanti); traduttrice dal giapponese delle poesie di Murasaki Shikibu (973/1014) e Izumi Shikibu (976/1033). Ama la moda, l’enogastronomia, lo spettacolo, il design, i viaggi, la medicina e la cultura ebraica.

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