Il 21 gennaio prossimo presso il teatro Out Off di Milano si terrà in prima internazionale il concerto BEUYS WELT di Maurizio De Caro. – Il concerto avrà inizio alle ore 20,00-
il CONCERTO BEUYS WELT è un’opera unica musicale, ovvero una struttura evolutiva, ritmica di vari suoni, rumori e silenzi che si avvale principalmente delle parole del Maestro tedesco Joseph Beuys. È un concerto assoluto per vari strumenti e voce recitante. Per De Caro è anche un messaggio sociale, umano, spirituale, rivolto al mondo intero.
Maurizio De Caro è un architetto versatile, interessato a varie discipline, in particolare all’arte, alla musica e alla scrittura. Negli anni ‘70 apre a Milano la Galleria d’Arte Contemporanea Multiart e si interessa al pensiero e all’opera di Joseph Beuys. Collabora con i coniugi Durini, nel tempo diviene profondo studioso del Maestro tedesco e con creatività trasmette nei suoi allestimenti i “simboli” beuysiani. Famose sono le strutture create per le Opere storiche del Maestro tedesco in occasione della mostra Operacio Difesa della Natura nel 1993 al Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona, traslate al Kunsthaus di Zurigo nel 2011. Sempre al Kunsthaus, la presentazione nel 1992 del suo Progetto per il Museo del Tempo Presente da parte dell’illustre curatore indipendente Harald Szeemann e del Direttore del Museo Felix Baumann.
Attraverso arte, musica e scrittura De Caro nel tempo ha acquisito una sua visione ampliata dell’architettura. Il concerto Beuys Welt in un certo senso prova ciò. De Caro redige il Libretto del Concerto, come da sua prassi, diviso in numeri e testi musicali e strutturato nel traslato parole-canto. Infine nelle Sette Letture l’autore ripercorre le parole di Joseph Beuys dei due principali concetti: l’energia creativa e la libera riappropriazione, sempre rivolti al bene comune.
Il Teatro Out Off che ospita il concerto di Maurizio De Caro e situato in via Mac Mahon 16 a Milano – Ingresso gratuito – Evento a totale beneficio di vuole arricchire il proprio bagaglio culturale. Da seguire.
Articolo di Ugo Negrini