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La cittadella della follia di Sergio Fortuna

Martedì 16 gennaio alle 17 alla GAMC di Viareggio  presentazione del libro fotografico “La cittadella della follia” di Sergio Fortuna  (Anniversario della nascita di Mario Tobino nato a Viareggio il 16 gennaio 1910)

La cittadella della follia

La Fondazione Mario Tobino in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Lucchese e il Comune di Viareggio organizza martedì 16 gennaio alle ore 17 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani” di Viareggio  la presentazione del libro fotografico “La cittadella della follia” di Sergio Fortuna, con introduzione di Isabella Tobino, pubblicato dalla Fondazione Mario Tobino-Ets con il contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.  Attraverso le fotografie di Sergio Fortuna e i testi di Mario Tobino scopriamo gli ambienti dell’ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano, dove Tobino ha vissuto ed esercitato la professione di psichiatra per oltre quarant’anni e dove dal 2010 sorge la Fondazione a lui dedicata.  

Grafica Divina

Intervengono per conversare con l’autore e fotografo Sergio Fortuna,  Isabella Tobino – Presidente della Fondazione Mario Tobino  e Giampaolo Simi,  scrittore e vincitore del Premio Rèpaci-Tobino 2023. 

Letture a cura di Martina Benedetti e interventi musicali  di Niccolò Buscemi. Modera Isabella Piaceri.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per informazioni tel. 0583.327243.

Sergio Fortuna” – dice la presidente Isabella Tobino – “con il suo sguardo artistico, è capace di percepire il momento adatto per fare di una foto la rappresentazione dei sentimenti che quei luoghi possono suscitare.  Ha cominciato le sue frequentazioni manicomiali creando quel tesoro di immagini che adesso, con la pubblicazione di questo volume, possono diventare nostro comune patrimonio.

Accanto alle architetture, ai particolari di ferri battuti, di interruttori, di colori della natura, ci sono le parole di Mario Tobino, che lì ha vissuto quaranta anni, e che sottolineano il suo rapporto particolare col luogo e con i suoi ospiti.

Mi sono chiesta – prosegue Isabella Tobino – perché Sergio usi il colore per rappresentare quel che resta del vecchio Ospedale psichiatrico, quando, per quel che ho potuto vedere, chi si è cimentato in opere simili, ha sempre usato il bianco e nero che, almeno a me, trasmette tristezza, mistero, un mondo grigio, disperato quale solitamente è quello della follia, del fuori da sé.  Mi sono risposta che forse il nostro fotografo ci ha voluto trasmettere che anche in quel luogo esisteva l’amore, la bellezza, la vita, basta cercarla: “l’ospedale è pieno di fiori…ma non si riesce a vederli” (Le libere donne di Magliano).

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