La seconda parte di “El nost Milan”: i signori, dal 13 al 17 dicembre 2023 andra in scena al Carcano di Milano.
È questa la seconda parte di un progetto triennale ispirato all’omonima commedia di Carlo Bertolazzi divisa in due atti (La povera gente i sciori), che proprio al Carcano debuttò nel lontano 1893.
Qui nasce da un’idea della regista Serena Senigallia come progetto di arte partecipata ed è diventato nel tempo l’ispirazione di un viaggio alla scoperta della città di Milano in cui i cittadini che esplorano la loro città la raccontano ad altri cittadini a teatro.
160 cittadini in scena, 4 compagnie teatrali, 12 laboratori di teatro sul territorio e 70 operatori di staff artistico, tecnico ed organizzativo, più la partecipazione straordinaria di Lella Costa alla quale sono stati affidati gli interventi narrativi.
I laboratori per la cittadinanza sono tenuti dalle compagnie ATIR, Proxima Res, PEM ed Eco di fondo in diverse zone della città ed alla fine confluiscono in tre eventi sotto la direzione di Senigallia. Quindi Milano raccontata dai cittadini: quella di fine 800 e quella dei giorni nostri che ha come tema i luoghi della povertà, della ricchezza e delle origini linguistiche.
Nella scorsa stagione, il primo capitolo del progetto (dicevamo che il progetto è triennale), si è occupato della povera gente. Seguendo sempre lo schema della commedia del Bertolazzi la narrativa del secondo capitolo del progetto ora riguarda “I signori” quindi l’esplorazione dei gruppi laboratoriali si è concentrata sui luoghi della ricchezza. L’elaborazione drammaturgica si è sviluppata grazie al supporto e la cura dei formatori dei diversi gruppi laboratoriali e dei drammaturghi.
“El nost Milan” nasce dall’esigenza di avere un progetto di inclusione sociale, una narrazione comune, una grande storia da condividere per tenerci uniti. Ecco quindi l’ispirazione all’opera del Bertolazzi : un punto di riferimento che parte da un’opera verista che racconta la città; la stessa che tutti viviamo oggi, la stessa che oggi viene raccontata dai cittadini; insomma la città che racconta se stessa!
Il progetto non nasce per essere una denuncia di eventuali disparità sociali ma intende, attraverso l’individuazione, la visita dal vivo, la conoscenza dei diversi luoghi della città, sia che riguardino la povertà sia la ricchezza, semplicemente restituirli ai cittadini stessi in un racconto, in una scena teatrale.
Certo, come racconta la regista il viaggio nell’ambito della ricchezza e stato molto difficile perché alcuni luoghi si sono dimostrati inaccessibili, perché la vera ricchezza si mostra in continuazione ma (incredibile!) non si svela mai a fondo! I simboli della ricchezza sono visibili, si mostrano, si lasciano ammirare, desiderare, persino agognare, ma mai conoscere!! E il secondo capitolo racconterà proprio questo. Racconterà l’esperienza mancata:ma “sempre con ironia e con leggerezza”. Perché questa è la realtà! Così ha dichiarato Serena Senigallia che con Tindaro Granata ha raccolto e cucito il materiale in un’unica scena: quella che poi vedremo a teatro.
Va ricordato che la prima parte, andata in scena lo scorso anno ha registrato la presenza di ben 3500 spettatori in quattro repliche tra cui 950 studenti. Definita dagli addetti ai lavori della stampa: “teatro necessario” , dal pubblico “opera coraggiosa e umana”, “teatro utile piacevole e stimolante di cui c’è un gran bisogno”.
Articolo di: Ugo Negrini