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Napodano si racconta in questa intervista

Napodano è un cantautore italiano che risiede in Belgio da diversi anni. Nato e cresciuto in un contesto fortemente musicale che permette alla sua passione di svilupparsi dapprima sul pianoforte e poi con la scrittura. “Ciccio sa volare” è il suo nuovo singolo, un brano che affronta il tema del bullismo. 

Ciao Daniele, bentrovato. Leggendo la tua biografia si può constatare che hai un bellissimo percorso musicale, ricco di grande energia e passione. Come nasce questo tuo amore per la musica?

Grafica Divina

Ciao! Come nasce non lo so esattamente, ma posso dire più o meno con certezza che c’è sempre stato; sono figlio e nipote d’arte, in famiglia in un modo o nell’altro sono in tanti ad aver almeno un dito del piede nel mondo della musica. Poi che io ne abbia fatto professione è tutta un’altra storia!

E sempre parlando di esperienze ne hai diverse alle spalle: quali sono quelle che ti hanno segnato di più e che ti hanno regalato più soddisfazioni? 

Sicuramente quelle più difficili. In effetti io non sono proprio definibile un “fortunello”, le cose me le sono dovute sudare dall’inizio alla fine. Ogni volta che ho cambiato paese o città è stata un’esperienza mostruosa, nel bene e nel male, anche se recentemente, proprio col progetto “Napodano” ho avuto le soddisfazioni più grandi. Già soltanto pensare che in tempi recentissimi ho ricevuto una targa al “MEI” e un’altra al “Premio Bertoli”.

Spiegaci come nasce Ciccio sa volare, il tuo nuovo singolo, che ci ha colpito subito per il suo messaggio…

Purtroppo nasce male perché nella regione in cui vivo, l’anno scorso ci sono stati un paio di eventi molto spiacevoli proprio legati al bullismo. È assurdo pensare che proprio nell’epoca in cui siamo tutti connessi con tutto (e “spiati” quotidianamente) ci possano essere situazioni terribili che portano a gesti estremi e nessuno ne sappia niente fin quando non è troppo tardi. Il bullismo c’è sempre stato, chiunque almeno una volta nella vita è stato carnefice o vittima, ma sarà che da padre sono diventato più sensibile, questo fenomeno schifoso mi ha colpito fin troppo forte.


Come sta la tua creatività in questo periodo?

Sempre ai massimi livelli. Mi rendo conto che può sembrare incredibile, ma ho una tempistica di produzione assurdamente veloce. Poi che a volte escono fuori cose carine e altre volte delle porcate assurde è un altro discorso! Sento necessità di scrivere? Scrivo. Così, di getto, quello che esce, esce. Registro e riascolto. A volte mi viene da ridere, a volte dico: Napo, stavolta è uscita bene!

Parliamo del futuro: abiti in Belgio, a quando il prossimo live in Italia?

Sono reduce da un week-end al teatro Storchi di Modena dove tra l’altro mi sono divertito come un pazzo! Per il momento le date più vicine che ho in Italia sono a partire dalla metà del prossimo aprile mentre qui in Belgio suonerò già a dicembre sia in versione acustica che con la band al completo.


Ci lasci con una frase di una tua canzone?

Se solo fosse una questione di coscienza,
o della tanto decantata intelligenza,
ci vorrebbe molto poco, si potrebbe da domani, comportarsi come degli esseri umani.

Grazie a Napodano per la chiacchierata!

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