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Il Conte Biagio si racconta

A due anni dall’uscita del suo ultimo album, il 3 novembre il cantautore indie Il Conte Biagio è tornato con “Ancora un po’”.  Il brano è ballad indie pop che racconta, in maniera ottimistica e positiva, il superamento di un periodo di incertezze e confusione, dovuto alla sensazione di inadeguatezza, di aver commesso troppi errori, di aver compiuto un percorso troppo lontano dagli schemi della società odierna.

Ciao Biagio, è recentemente uscito il tuo ultimo singolo “Ancora un po’”, un brano che fin dal primo
ascolto dà l’idea di raccontare una situazione molto intima e personale. Cosa ti ha portato a scriverlo?
Come ti piacerebbe che i tuoi ascoltatori lo percepissero? Il verso “Mi guardo riflesso allo specchio
e non mi riconosco ma tu chi sei?” ci sembra molto significativo…

Grafica Divina

Sono giunto a comporre “‘Ancora un po’” a marzo di quest’anno, durante un periodo complicato, in cui mi sentivo bloccato artisticamente e personalmente. Avevo paura di buttarmi e di condividere nuova musica. In qualche modo mi sono auto-dedicato il brano dicendomi “Credici ancora un po’“. La canzone è diventata una sorta di auto-motivazione, un incoraggiamento a superare le paure e a credere ancora in me stesso. Attraverso il verso “Mi guardo riflesso allo specchio e non mi riconosco ma tu chi sei?”, ho catturato il senso di smarrimento e la ricerca di identità. Sono felice che “Ancora un po’” segni il ritorno dopo due anni dal mio ultimo album “Università”. Spero che i miei ascoltatori percepiscano, non solo la mia esperienza personale, ma anche un invito a perseverare nelle sfide e ad abbracciare il cambiamento.


Ti va di raccontarci un po’ del tuo percorso come cantautore? Quali sono le tue ispirazioni e le tue
aspirazioni?

Ho iniziato un bel po’ di anni fa. Il Conte Biagio è nato come progetto nel 2014, ma le radici risalgono al 2009 quando ho formato la band Biagio Conte e Maggiordomi a Roma. Suonavo i miei pezzi anche se vi era un mix di generi che spaziava dal pop al folk dal jazz al funky.  Ho pubblicato ad oggi tre album e, man mano, con il passare del tempo, sono riuscito a trovare la mia cifra stilistica. L’ispirazione viene dalla vita che vivo ogni giorno, da quello che vedo intorno e dalla varietà di esperienze che incontro. Le aspirazioni a volte sono gigantesche, altre volte più piccole e oscillano tra la speranza che la mia musica tocchi le persone in profondità e l’auspicio che possa illuminare anche solo un po’ le giornate di chi le ascolta. In definitiva, cerco di trasmettere autenticità e spero che la mia musica possa avere un impatto positivo sulla vita di coloro che la scoprono.

I secret show, X-Factor, il Daily Mirror, abbiamo notato che negli ultimi anni di progetti originali ne hai
avuti diversi, raccontaci un po’!

Si è vero nel corso degli anni ho sempre cercato di tirare fuori anche idee originali di promo.

Credo che per farsi un po’ spazio, oltre ad una proposta musicale interessante, bisogna anche trovare strategie nuove di promozione.  Se ci pensi, con le risorse digitali disponibili oggi, basta davvero poco. Occorre però mettersi in gioco e superare le dinamiche tradizionali di promozione, andando oltre la semplice storia Instagram “Fuori ora” il giorno della pubblicazione del brano. Mi piace instaurare un contatto diretto col pubblico, portando la mia musica per strada e cercando modi unici per condividere la mia visione artistica. Sto già pianificando come promuovere il mio attuale singolo e pensando a strategie innovative per gli altri in arrivo. Ogni nuova uscita rappresenta un’opportunità per esplorare nuove forme di coinvolgimento con il pubblico, creando connessioni più significative con gli ascoltatori.

Oltre “Ancora un po’” ci sono altri singoli in programma?

Sì, ho da poco annunciato l’uscita di “Veronica” che sarà disponibile dal 17 novembre. Rispetto ad “Ancora un po’” è un brano apparentemente più leggero, che tratta in maniera ottimistica e positiva la necessità di superare le pressioni sociali. Non vedo l’ora di suonarlo dal vivo!


Sempre riguardo ai live, abbiamo visto che hai all’attivo più di 200 concerti: sei un’animale da palco!
Come ti piace interagire con il tuo pubblico?

La mia interazione con il pubblico durante i live è un aspetto cruciale per me. Non ho mai nulla di preparato, preferisco vivere l’esperienza in modo spontaneo, osservando e creando un contatto diretto il più sincero possibile. Questa autenticità è fondamentale per me, poiché cerco di creare un’esperienza condivisa che vada al di là della semplice esecuzione musicale. Nonostante io sia una persona molto timida nella vita di tutti i giorni, sul palco mi trasformo e mi sento completamente a mio agio. È come se il palco e la musica rappresentassero il mio canale di comunicazione con il mondo. 

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