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Intervista a Lina Gervasi

La voce del Theremin di Lina Gervasi: per cantare lo Stabat Mater di Sollima

7 ottobre: Lina Gervasi torna sul palco con il controtenore Filippo Mineccia e l’Orchestra e il Coro del Tertro Massimo per dar voce al suggestivo Stabat Mater di Giovanni Sollima, qui nei doppi panni di compositore e direttore. Un lavoro di grandissima suggestione sui versi di Filippo Arriva che, ispirandosi a Jacopone da Todi, ha tessuto un lavoro tutto in siciliano arcaico di straordinaria intensità. Abbiamo ascoltato una delle voci di questo lavoro, forse la più immateriale, sicuramente non la meno cantabile. Parliamo di Lina Gervasi che, con il suo Theremin, è stata fra le prime protagoniste di questo lavoro, già all’epoca del suo debutto nel dicembre del 2021.

Grafica Divina

Il Theremin come voce, quindi, Lina?

Quando Giovanni ha pensato questo lavoro credo immaginasse tutti i suoi protagonisti proprio come voci. E il Theremin, sì, ha proprio tutte le caratteristiche della voce: una voce immateriale, ma non meno profonda. Non confondiamo la sua natura elettronica con il digitale: il Theremin non è uno strumento per sua natura digitale (anche se ne esiste qualche modello), è elettronico appunto ma porta con le sue onde elettromagnetiche un carico ed una tensione tutt’altro che fredde o astratte. Credo che Giovanni avesse peraltro ben presente il lavoro sulla cantabilità che ho fatto sul Theremin fin da quando l’ho scoperto e ho deciso di lavorarci.

La cantabilità: è forse su questo punto che si costruisce un ponte fra antichità e contemporaneità?

Come dicevo è proprio dalla cantabilità del Theremin che sono stata affascianta ed è su quella che sto lavorando. E sì, la cantabilità è un po’ il filo rosso che attraversa la grande musica italiana: lo troviamo nei grandi compositori degli esordi, nel Barocco, nella musica dell’800, nelle colonne sonore. Ed è proprio su questo che ha lavorato anche Sollima e su cui ci siamo incontrati: potete immaginare la suggestione dell’incontro di coro e orchestra con la voce antica e fuori dal tempo del controtenore e quella elettronica ma straordinariamente umana del Theremin. Impegnati su un testo in siciliano arcaico, antico nella forma e potetentemente contemporaneo nella sua potenza.

Ora impegnata con Sollima, Lina si sta facendo conoscere per le sue riletture di temi dalle grandi colonne sonore. 

Sono diverse sfumature della stessa identica ricerca. Sì, sono uscita di recente con alcuni miei arrangiamenti, realizzati con il mio produttore e compagno di vita Denis Marino, da grandi colonne sonore: di Now we are free dal Gladiatore di Hans Zimmer, oppure di Oblivion di Piazzolla, colonna sonora dell’Enrico IV di Bellocchio. E ho lavorato e sto lavorando a molto altro: sono pezzi di grandissima suggestione, ma ancora una volta straordinariamente cantabili in cui il Theremin riesce, pur con la sua linea semplice e adamantina, a raccogliere le sfumature del pezzo originale e ad arrivare al cuore dell’ascoltatore. Perlomeno questo è il senso del mio arrangiamento. E mi dicono che ci sono riuscita….

Per il futuro?

Sto chiudendo la registrazione del mio primo album da autrice. Si chiamerà Beyond the Mirror e, ancora una volta, sarà un lavoro sul canto in cui al Theremin, assieme al mio produttore Denis Marino, abbiamo affiancato chitarra, elettronica, synth, loop, effettistica e voci. Sarà un lavoro sullo specchio: sul confronto interiore profondo, sul viaggio al di là dei confini del reale, sulla contaminazione…

Articolo di: Matilde Alfieri

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