“TEMPO – MUSICA”, il nuovo libro di Renato Caruso è un omaggio alla famiglia Galilei, sia Galileo sia il padre Vincenzo, i primi a parlare di relatività. Il libro, infatti, introduce una nuova teoria sulla relatività della musica, che Renato Caruso definisce “Relativismo Musicale”. Secondo questa teoria, la musica non è statica, ma è soggetta a interpretazioni e influenze personali, sia da parte di chi la crea che di chi l’ascolta. Il tempo e l’emozione svolgono un ruolo fondamentale nella percezione e nell’esperienza musicale, rendendo ogni esecuzione e ascolto qualcosa di unico e irripetibile.
Conosci meglio Renato Caruso in questa intervista.
Come Nasce Tempo- Musica?
Nasce da anni di studio e ricerca sul tema scienza-musica. Da sempre appassionato di musica e numeri avevo in mente di creare una teoria tutta mia, ero lì per individuarne la fine ma mancava sempre qualcosa. Ad un certo ho avuto una sorta di illuminazione che mi ha fatto pensare a questa nuova variabile tempo-musica, ovviamente mi sono collegato ad Albert Einstein.
Perché questo titolo?
Come dicevo prima è una variabile da prendere in considerazione, sia quando si fa musica che quando la si ascolta. Il tempo è troppo importante per la musica, se sbagli tempi, momenti, mood, cambia radicalmente il sapore. Ma anche l’ambiente che ci circonda è importante.
Di cosa parla il libro?
Cos’è la musica? Cos’è il tempo? Esiste correlazione?
La musica è da sempre un mistero, forse alchimia tra note, ritmo e qualche ingrediente che ancora non conosciamo. Eppure di una cosa sono certo: l’emozione percepita dall’ascolto di un brano varia dal momento in cui l’ascolti. Questo è l’ulteriore lato affascinante dell’arte e cioè il momento, l’istante, il tempo in cui si ascolta un brano musicale o si osserva un quadro. Proviamo a spostare la nostra visione del mondo musicale dalle note al momento (tempo) in cui si ascolta una canzone. Perché bisogna andare ad un concerto di sera e non alle nove del mattino o in pausa pranzo? Introduciamo una nuova variabile nella musica, il tempo, ma non inteso come ritmo, ma l’esatto momento della giornata in cui si fa musica.
Galileo Galilei parlava di relativismo in quanto il movimento dipende dall’osservatore, per me la musica dipende dall’ascoltatore: relativismo musicale. E non a caso Vincenzo, padre di Galileo fu un vero e proprio rivoluzionario della musica, forse la scienza è figlia della musica?
Vedi anche l’impressionismo, i pittori dipingevano a seconda dei momenti della giornata. Ecco che un quadro poteva avere più interpretazioni, sempre lo stesso quadro. E perché non fare la stessa cosa con la musica? Perché non possono esistere diverse interpretazioni di un brano musicale a seconda dell’istante in cui lo si è suonato? Una nuova teoria della relatività della musica potrebbe funzionare. Un cd potrebbe contenere 10 tracce uguali ma suonate in momenti diversi durante l’arco di una giornata oppure tracce simili ma divise in generi diversi, proprio come fecero i cubisti. Ogni genere è un’interpretazione (che era il mio vecchio concetto di FuJaBoCla del 2007). È come se immergessimo la relatività di Einstein e l’impressionismo/cubismo nella musica, in fondo Albert pensava in musica… Ironicamente, è come unire in un’equazione la musica mettendola in relazione all’armonia, melodia, ritmo e il tempo: M = (a+m+r) * t. È il tempo, l’emozione, che decide la musica non la musica in sé.
Progetti futuri?
Oltre a scrivere nuova musica e libri l’8 agosto sulla splendida cornice di Capo Colonna parlerò di scienza e musica, da Pitagora a Turing passando dalla famiglia Galilei. Mi accompagnerà al sax Raffaele Rizza.
Mentre il 12 agosto suonerò in Sila, a Cotronei, Villaggio Baffa in un super concertone, il Wanderful Sila festival. Ci saranno moltissimi ospite della scena nazionale e locale. Eseguirò alcuni brani strumentali e altri con la cantante Greta Cominelli.