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Ma chi me lo fa fare? Come il lavoro ci ha illuso

Ma chi me lo fa fare? Come il lavoro ci ha illuso: la fine dell’incantesimo Andrea Colamedici e Maura Gancitano  HarperCollins.

“Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a qualsiasi paziente che consideri importante il suo lavoro” così dice Bertrand Russel né La conquista della felicità e con queste parole Maura Gancitano e Andrea Colamedici danno il via al loro viaggio all’interno di un tema scomodo, urticante, complesso da trattare. Come quello del ruolo centrale del lavoro nell’annichilimento di quelle popolazioni per le quali proprio il lavoro è al centro di qualunque costrutto sociale, politico ed economico.  O forse sarebbe meglio dire economico, politico, sociale. 

Grafica Divina

Perché è proprio l’economia capitalista che ha impresso alla politica e di conseguenza alle società occidentali e a quelle colonizzate dall’Occidente, l’idea che il lavoro nobilita l’uomo (e la donna, che non a caso è esclusa in questo ben noto detto).

Rendersi conto che il ritmo a cui stiamo lavorando e soprattutto la scarsa qualità degli ambienti lavorativi e la loro mancanza di senso siano la causa primaria del nostro malessere non è sufficiente. Perché siamo così immersi nella logica illogica del lavoro che finiamo comunque per fingerci sempre occupati e connessi per non sentirci meno adatti.

Quello che serve davvero, e Maura Gancitano e Andrea Colamedici sanno farlo benissimo, è una riflessione collettiva. Perché solo guardandoci in faccia e trovando il coraggio di dirci che quello che dovrebbe sostenere le nostre vite è diventato ciò che ce le toglie può darci la possibilità di trovare modi nuovi. 

Il lavoro è un valore solo se ci dà valore da un punto di vista personale, se ci dà un senso, se serve a noi e agli altri. Solo se non è il nostro tempo ciò che viene comprato, sfruttato, annientato. La lettura di questo libro è un atto di liberazione individuale e collettiva. Perché ciò che diamo per scontato, non lo è, perché quello che crediamo scolpito nella pietra c’è stato imposto da appena qualche centinaia di anni. Eppure tutto, dalle pubblicità all’arte è stato messo al servizio dei pochi che detengono la ricchezza del mondo, proprio grazie all’annientamento non solo del tempo di vita altrui, ma anche della capacità e della possibilità di fermarsi, riflettere.

Chi me lo fa fare? Fa proprio questo restituisce la voglia di porsi domande e il desiderio di trovare risposte collettive e condivise. 

Da leggere Ma chi me lo fa fare?

Articolo di: Cinzia Ciarmatori 

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