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Shocking Elsa al Pacta Salone di Milano

Dedicato alla figura di Elsa Schiaparelli “Shocking Elsa” sarà in scena al Pacta Salone di Milano fino al 28 maggio.

L’icona italiana della moda indipendente ritorna sul palco del Pacta nello spettacolo già presentato con successo la scorsa stagione 2021/2022 (all’epoca il progetto era dedicato ai talenti delle donne) ora invece facente parte del progetto DonneTeatroDiritti, interpretata da Maria Eugenia D’Aquino.

Grafica Divina

Lo spettacolo rientra anche nel progetto culturale educativo di Pacta dei Teatri ed è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano. Testo di Livia Castiglioni, con la regia di Alberto Oliva e la collaborazione di Ilaria Arosio mette in risalto la figura e l’opera di Elsa Schiaparelli nell’ambito della moda, il contesto storico in cui ha operato, il suo contributo all’evoluzione del concetto di moda.

Elsa Schiaparelli però non è stata solo una stilista nell’ambito della moda italiana, è stata anche un’artista straordinaria, collaborò fra gli altri con Salvador Dalì, Alberto Giacometti e Leonor Fini. Le sue creazioni specie ad inizio carriera furono largamente influenzate dai surrealisti. Disegnò anche i costumi per diversi film. Elsa, fu capace di sfidare il sistema in nome della sua creatività e delle sue intuizioni rivoluzionarie. Insieme a Coco Chanel,  sua grande rivale,  fu  considerata una delle più  influenti figure della moda nel periodo fra le due guerre mondiali.

Lo spettacolo mette in evidenza i vari aspetti della vita di Elsa Schiapparelli: stilista, inventrice, immigrata, donna, amante, madre, ribelle, i luoghi che hanno fatto da sfondo alla sua vita: Parigi, Roma, Svizzera, Stati Uniti, le difficolta che ha dovuto sostenere per affermarsi in un contesto storico dominato dalla figura maschile. Le difficoltà  per affermarsi in terra straniera,  gli anni della resistenza durante la guerra; vari episodi della vita di Elsa per arrivare a dimostrare anche la sua capacità di trovare sempre una via d’uscita, un’occasione di rinascita.

In scena Schiap, come amava farsi chiamare (usava il soprannome Schiap parlando di se in terza persona come nell’autobiografia Shocking life), col suo fare ironico e sferzante, apostrofa divertita l’invisibile presentatore di un improbabile quiz. Un set televisivo allestito per lei sola, unica concorrente in gara alle porte dell’aldilà. Per rispondere al quiz è costretta a indagare sé stessa e a non trascurare nessuna punta aguzza, anche quelle che graffiano e fanno male. Un viaggio rosa shocking, come il colore da lei inventato.

Elsa, sarta, stilista e costumista italiana naturalizzata francese fu infatti l’inventrice del famoso “rosa shocking”. Nel suo periodo parigino Schiaparelli  conobbe artisti e poeti con i quali poi collaborò perciò, come già accennato, le sue creazioni ritenute stravaganti e originali molto risentirono del mondo dell’arte. Celebri divennero i suoi cappelli simili a vere e proprie sculture. Il rosa shocking è forse derivato da un colore usato nella pittura di Christian Bérard e fu Lanciato nel 1937 insieme al profumo Shocking. Lo usò in diverse collezioni (è divenuta celebre la cappa Phoebus, con questo colore, parte della collezione Cosmica). La pubblicità del profumo fu disegnata da Marcel Vertès e la scultrice Leonor Fini ne creò il flacone che riproduceva le forme del corpo di Mae West.

Le presentazioni delle collezioni non erano semplici sfilate, ma veri e propri spettacoli, con trucchi, musica ed effetti di luce, e attiravano spettatori come Wallis Simpson, Marlene Dietrich, Katharine Hepburn, Greta Garbo, Lauren Bacall, Gala Dalí, Nusch Eluard, Vivien Leigh, Ginger Rogers, Juliette Gréco e Mae West. Alcune di loro divennero poi assidue frequentatrici e clienti della boutique. 

Per queste caratteristiche la figura di Elsa Schiapparelli aderisce perfettamente anche al progetto culturale DonneTeatroDiritti con cui il Pacta intende mettere in luce le figure tuttora punto di riferimento della cultura, dell’emancipazione e della libertà. Non a caso il progetto ha visto anche il coinvolgimento dei giovani studenti e studentesse di Francesca Interlenghi docente di History of Fashion & Communication presso IAAD the Italian University of Design, che, attraverso un contest, hanno proposto i modelli a cui ispirarsi per il costume dello spettacolo.

Articolo di: Ugo Negrini

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