BUON COMPLEANNO TEATRO MANZONI (1873-2023) 150 anni di applausi! Questa scritta appare su ogni cartella stampa in distribuzione nel foyer del teatro o sulla brochure di presentazione della stagione in corso.
Buon compleanno teatro Manzoni
In realtà il teatro aprì i battenti nel 1870 in piazza San Fedele a Milano col nome di “Teatro Sociale di Milano”. Venne poi intitolato ad Alessandro Manzoni dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1873. Sul palco di quel teatro, all’epoca, si alternavano commedie, spettacoli musicali, recitazione, illusionismo e letture di romanzi; perfino gare di scherma, tutto per attirare i favori del pubbllico Milanese. Nell’agosto del 1943 durante il secondo conflitto mondiale l’edificio di Piazza San Fedele viene distrutto e per la ricostruzione, su progetto dell’architetto Aziro Bergonzo il teatro viene spostato in via Manzoni (sede attuale) già intitolata all’omonimo scrittore. La gestione del “nuovo Manzoni” passa dalle mani di Remigio Paone (noto impresario milanese) a quelle di Adolfo Smidele fino alla lunga gestione Foscale passando per Cappelli e Garinei & Giovannini. Ma è propio durante il ventennio Foscale che il Teatro si caratterizza per il ritorno alla prosa ed ai grandi spettacoli.
150 anni dunque di storia del teatro, di intrattenimento, di emozioni, di risate, ma soprattutto di cultura. Sul palco di questo teatro sono state messe in scena opere di Pirandello, Miller, Williams, Goldoni, Sakespeare, Verga, D’Annunzio De Filippo, Genet; solo per citarne alcuni.
Si sono alternati attori del calibro di Albertazzi, Proclemer, Tognazzi, Gassman, Stoppa, Valentina Cortese,Volonghi, Pambieri, Tanzi, Lionello, Buazzelli, Valeri, Proietti, Bramieri Brachetti e tanti, tanti altri che hanno contribuito a regalare sogni, a rendere utile, grande ed accogliente questo teatro. Lindsay Kemp (Flowers) e perfino le gemelle Kessler: fu una splendida “Viola, Violino e Viola d’amore”, ricordo, con Enrico Maria Salerno. Successivamente ritornarono sole con un altro allestimento.
150 anni di spettacolo, prosa, rivista, musica, commedia musicale, cabaret, spettacoli per ragazzi ed eventi. Tutto questo è stato ed è tuttora il teatro Manzoni che da sempre si pone l’obiettivo di regalare ai Milanesi svago ed intrattenimento attraverso scelte mirate e di qualità dando nel contempo lustro alla città.
Il “Manzoni” è uno dei pochi teatri sopravvissuti alle operazioni di chiusura che nel tempo hanno falcidiato diverse sale cinematografiche o teatrali del centro città. Il Manzoni, fortunatamente sta ancora nel cuore della città e, speriamo, ci rimanga a lungo. La sala cinematografica annessa al teatro purtroppo è stata chiusa da parecchio tempo. Un grosso dispiacere per chi come me pensa che questi luoghi di intrattenimento debbano rimanere nel centro delle città; alla portata di chiunque. Molte di queste sale purtroppo sono state convertite in grandi stores o cine multisala se non addirittura abbandonate per anni o decentrate. Un vero peccato!
Fortunatamente il teatro Manzoni si basa su una gestione privata che gli consente di continuare ad essere vicino agli spettatori e proseguire l’attività anche se c’è l’aspetto economico da non sottovalutare nella gestione del teatro che sicuramente non è meno importante delle finalità intrattenitive. Lo abbiamo visto in questi anni di pandemia dove la macchina dello spettacolo si è in gran parte bloccata e dove abbiamo potuto prendere coscienza di quanto sia difficile le gestione di un teatro, di quanta gente lavora in questo ambito, anche per noi, dietro le quinte. E che grave disagio per loro e per le loro famiglie questo stop è stato.
Allontanare i teatri dalla portata di chiunque non favorisce certo un avvicinamento a questo genere che purtroppo ancora viene considerato di élite. Non c’è ancora tra di noi una cultura teatrale come in altri paesi. Certi autori come quelli che ho citato oppure certi attori finiscono per essere dimenticati da generazioni che per loro collocazione temporale non ne hanno sentito parlare. Gigi Proietti auspicava che il teatro potesse entrare nelle scuole; almeno un’ora per settimana, per non perdere un patrimonio importante, di tutti: la storia del teatro e avvicinare i più giovani a questo meraviglioso mondo che se ben frequentato coinvolge, trasforma, fa sognare, ci avvicina e ci apre mentalmente. Purtroppo questo non si è ancora verificato.
Proprio al Teatro Manzoni, in occasione della conferenza stampa per la presentazione del “Padre della Sposa” gli attori (Barbara De Rossi Gianfranco Jannuzzo) hanno sottolineato la grandezza dovuta anche a propria condizione che avvantaggia questo teatro dal rischio di chiusura rispetto ad altri. Gianluca Guidi, che curava la regia, milanese di nascita (figlio di Lauretta Masiero e Jonny Dorelli) in particolare sottolineava l’attuale carenza di teatri in città rispetto al passato e come nel tempo la chiusura o la conversione in altro di sale cinematografiche e teatrali a Milano abbia preso sempre più posizione. Raccontava con enorme disappunto di come un teatro potesse chiudere per diventare una bistecchiera! Un enorme dispiacere per chi come lui, per predisposizione genetica e per collocazione, ha sempre vissuto e respirato l’aria di questo mondo.
Auguriamo quindi altri 150 anni di vita al Teatro Manzoni. Che a lungo possa ancora intrattenerci, divertirci e farci sognare perché il teatro è vita, gioia e cultura.
Articolo di: Ugo Negrini