Home Da non perdere Gina Lollobrigida

Gina Lollobrigida

Gina Lollobrigida aveva paura che il suo amato pubblico al quale tanto aveva dato potesse dimenticarsi di lei. Da ciò che abbiamo visto in questi giorni direi propio che il suo pubblico le ha restituito tutto l’affetto tutto il calore tutta la gratitudine che si è meritata per quanto lei ha fatto.
D’altra parte come ci si potrebbe dimenticare di Gina. Lei ha rappresentato tutti noi nel mondo. Lei ha dato lustro all’Italia. Lei è stata, è e sempre sarà patrimonio nazionale!
Ora si sta parlando di lei come l’ultima grande diva del nostro cinema e della donna forte, libera e determinata che è stata. Credo però che questa immagine di se, quella esteriore della diva, non poco le sia costata in termini di duro lavoro, di sacrifici e di sofferenza. Credo che nulla sia stato dato a Gina che non derivasse dal suo talento e dal suo impegno.

L’aspetto esteriore, il momento storico in cui si è tenacemente affermata, il riscatto sociale che per una donna a quell’epoca non era poi così scontato, la tenacia nel volersi affermare e i grandi sacrifici affinché ciò si concretizzasse hanno fatto prevalere di lei principalmente l’aspetto divistico, una certa durezza, ma dietro c’era la donna e la sua consapevolezza di ciò che stava affrontando per realizzarsi.
Non dimentichiamo che il cinema non era l’obiettivo principale di Gina che invece si sentiva portata verso la pittura, le arti figurative. Il cinema l’ha trovata e per lei inizialmente era un mezzo per mantenersi e mantenere la famiglia di origine; viste le condizioni economiche non certo floride del dopo guerra. Perciò se Gina poi è riuscita a diventare la “diva”, la “donna più bella del mondo”, se ha saputo cantare, ballare, recitare, se l’America l’ha voluta, così come i più grandi registi dell’epoca, i prestigiosi attori con i quali ha recitato significa che oltre alle doti naturali ha dimostrato di metterci grande impegno, professionalità e grande amore per l suo lavoro ma anche per il suo pubblico. Perciò ha chiesto di non essere dimenticata.

Grafica Divina

La bellezza di Gina, di cui non si discute, sicuramente ha contribuito a darle una mano, ma Gina era sorprendentemente bella anche in tarda età. Forse l’amore e l’attaccamento per la vita aiutano ad essere belli anche quando gli anni avanzano. Sta di fatto che Gina i suoi dichirati “trenta piu trenta più trenta più cinque” anni li ha portati egregiamente fino all’ultimo con la grazia, la bellezza, l’eleganza, la fierezza di una cinquantenne. E anche questo può essere di esempio!

Certo ultimamente il suo fisico non era più quello di una “maggiorata” come si diceva di lei in altri tempi, ciononostante era sempre impeccabile; anzi l’età aveva un po’ sbiadito in lei l’immagine della diva e lasciato spazio all’immagine più tenera della donna che aveva un estremo bisogno di farsi voler bene, un bisogno di protezione. Credo che in buona parte l’abbia avuta! Ma chissà quante di quelle persone presenti nel giorno dell’ultimo saluto sarebbero state disposte a darle affetto, non fosse altro per un profondo senso di gratitudine. “Il tempo per gli amici si accorcia”, diceva ultimamente perché lei teneva molto all’amicizia e i suoi amici, quelli veri, lo sanno.
Che strana la vita, spesso appare ciò che non sempre è reale! Di Gina è apparsa “la Lollo”, la diva, la sua mondanità, gli eventi in cui si mostrava vestita con quei sontuosi abiti di stile impero che dicono lei stessa si cucisse e che non vedremo più. I suoi preziosissimi gioielli . Il lato estetico, qualcosa che la rendeva inarrivabile, una corazza in fondo, ma dietro tutto ciò c’era sempre “La Bersagliera”; colei che nella vita era schietta, diretta e che non aveva certo mai dimenticato le sue origini. I gioielli, le pellicce erano il suo riscatto personale. Montecarlo, New York, i grandi eventi e quella villa sull’Appia Antica l’esempio di una donna libera che si è conquistata la sua libertà e l’indipendenza economica grazie alle sue forze, al suo impegno, alla sua determinazione, al suo lavoro insomma!

E quando il cinema non è stato più il suo interesse principale Gina ha saputo rigenerarsi con la fotografia, con la scultura; forme d’arte a lei più vicine. Non ha assunto il ruolo della diva sul viale del tramonto; anzi non lo ha abbandonato ma ha fatto in modo di trasformarlo attraverso altre espressioni artistiche. La ricerca della bellezza è sempre stata un obiettivo importante per Gina.
Ora pensando a lei, a questa piccola donna che soprattutto negli ultimi anni per le sue vicende personali ha suscitato in tutti noi un sentimento di grande tenerezza, di vicinanza, dobbiamo sperare e desiderare intensamente che chi è preposto a portare avanti il suo ricordo attraverso ciò che ci ha lasciato, faccia tutto quanto possibile affinché Gina non sia dimenticata. Glielo dobbiamo!!

Articolo di: Ugo Negrini

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Collaboratrice di numerosissime testate, tra cui Topolino e Corriere dei Piccoli, è stata direttrice responsabile di piccole testate e autrice di tre biografie (Julio Iglesias, Adriano Celentano e Nazionale Italiana Cantanti); traduttrice dal giapponese delle poesie di Murasaki Shikibu (973/1014) e Izumi Shikibu (976/1033). Ama la moda, l’enogastronomia, lo spettacolo, il design, i viaggi, la medicina e la cultura ebraica.

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